MANTOVA Sono giorni “sospesi” in casa Mantova, tra gli ultimi allenamenti della stagione 2021-22 e la pianificazione della prossima annata. Ne parliamo col ds Alessandro Battisti che, tra le altre cose, butta lì un’importante anticipazione sulla (imminente) scelta dell’allenatore: la prima scelta sarà Maurizio Lauro. Ma andiamo con ordine.
Direttore, cosa rimane di questa stagione?
«Tensione e angoscia, durate 10 mesi. E placate dal raggiungimento dell’obiettivo, che ha lasciato in tutti noi una grande soddisfazione».
Ci sceglie tre immagini rappresentative della stagione?
«Il primo giorno di ritiro, un momento importante dopo un’estate complicata. Poi la sera in cui ho chiamato Lauro per comunicargli l’esonero: una decisione per me travagliata, a livello personale e professionale. Infine, il fischio finale di Mantova-Pro Vercelli: una liberazione».
Personalmente ha imparato qualcosa da quest’annata?
«Ho imparato a valutare meglio tante situazioni che prima consideravo irrilevanti».
Per esempio?
«Per esempio nel rapporto coi giovani, e noi in squadra ne avevamo parecchi. Le generazioni di oggi sono distanti anni luce da quelle passate. E vi assicuro che è più facile per Dedalo uscire dal libirinto di Cnosso che per me entrare nella testa di certi giovani d’oggi».
C’è qualcosa che non rifarebbe?
«No, nulla. Ma non lo dico per presunzione. È che quando prendo una decisione valuto con attenzione ogni aspetto e lo faccio con la convinzione che in quel momento sia giusta».
Come giudica il lavoro di Lauro?
«A freddo, ancora più positivo di prima. Lauro ha qualità indiscutibili, prepara bene le squadre ed è un grande lavoratore. Tutto questo non basta? E allora prendiamo i risultati, che alla fine sono quelli che contano: il Mantova puntava alla salvezza e Lauro l’ha ottenuta».
Lo riconfermerebbe?
«È un’opzione concreta. Anche perchè adesso ha pure un anno in più d’esperienza».
Insistiamo: sarà lui la prima scelta?
«Per quanto mi riguarda sì».
La tifoseria non ha mai amato Lauro: questo potrebbe influire nella scelta?
«No, questo no. O almeno non in maniera determinante. L’umore della piazza è certamente da rispettare, ma poi i requisiti da considerare sono altri. Un esempio? A sentire la piazza, non avremmo mai dovuto prendere Monachello».
Che caratteristiche deve avere il suo allenatore ideale?
«Deve curare l’organizzazione di gioco, la preparazione fisica e far correre la squadra. Come Lauro. E deve avere il fuoco dentro come me».
Quando deciderete?
«Quanto prima. Forse già in settimana».
Capitolo giocatori: da chi ripartire?
«Ne abbiamo 9 sotto contratto. Però non è detto che tutti restino, così come non è detto che chi è in scadenza non faccia parte del nuovo Mantova».
Rinnoverete i contratti di Monachello e Marone?
«Sono due giocatori che hanno dato tanto al Mantova, come il Mantova ha dato tanto a loro. Ci metteremo seduti e valuteremo insieme».
Per concludere: come si immagina il Mantova 2022-23?
«Come una squadra che ha fame, cattiveria e voglia».
Quindi una squadra più ambiziosa?
«I traguardi sono la conseguenza di queste qualità».