Sesso con una 13enne, chiesti 10 mesi

MANTOVA Due ragazzi cresciuti in un unico grande contesto familiare e un rapporto, il loro, confluito poco a poco dall’amicizia alla relazione sentimentale. Nulla di strano se non fosse per la differenza d’età: lui, all’epoca quasi 19enne; lei, ancora 13enne. Un divario di soli cinque anni ma bastevoli per far scattare d’ufficio la denuncia per atti sessuali con minorenni nei confronti del fidanzato. Una vicenda, quella approdata in sede di udienza preliminare, che vede sul banco degli imputati oltre al ragazzo, oggi 21enne, anche la madre della sua ancora attuale compagna, finita a sua volta indagata circa l’ipotesi di omessa vigilanza sulla figlia “per non averne impedito la relazione”. Nello specifico i fatti risalgono all’autunno del 2021 quando i due giovani decidono di mettersi insieme. Da lì in breve, senza subire nessuna coartazione, lei rimane incinta e nel luglio del 2022 partorisce una bambina. Nessuno indietreggia rispetto alle proprie responsabilità genitoriali e, con l’avvallo delle famiglie, decidono di andare a convivere a casa dei genitori di lui.
Il problema sorge però quando, a stretto giro, i servizi sociali decidono di approfondire la questione e così, stante l’età della neo mamma ancora infra 14enne, scatta come da prassi la denuncia d’ufficio a carico del giovane papà. Un salto temporale di solo otto mesi e, codice penale alla mano, il problema non si sarebbe posto in quanto, compiuti i 14 anni, nessun reato si sarebbe configurato. Ieri, innanzi al gup Arianna Busato, si è quindi tenuta la discussione di entrambe le posizioni: nei confronti del ragazzo (con gli avvocati Giovanni Gasparini e Giulio Schirolli Mozzini) il pm Michela Gregorelli, seppur riconoscendo la particolare tenuità del caso di specie, ha concluso chiedendo 10 mesi e 25 giorni in abbreviato con pena sospesa; istanza di rinvio a giudizio invece per la suocera (con l’avvocato Marcello Manzato). Parte civile, ma solo per il secondo procedimento, la stessa presunta vittima con l’avvocato Emanuela Colacino e, quale curatore speciale, l’avvocato Silvia Salvato.