MANTOVA Stefano Rossi o Nicola Sodano? Qualcuno risponde Mauro Redolfini. Nulla di concreto, ma certo è semmai che la discussione nell’ambito del centrodestra per stabilire la leadership da adottare il prossimo anno alle elezioni comunali del capoluogo è ben lontana dall’essere compiuta su una linea comune. I tre partiti principali della coalizione, allo stato dell’arte, potrebbero avanzare sul tavolo tre carte significative e tutte ben spendibili. Se ufficialmente Forza Italia ha già dato piena fiducia al suo ex sindaco Sodano, che peraltro è incaricato di rappresentare il partito nel comitato elettorale “Mantova 2020”, la Lega non disdegna di poter sostenere l’indipendente (ma salviniano irriducibile) Rossi, come pure confermato in più circostanze dal segretario provinciale del carroccio Antonio Carra. L’opzione Rossi peraltro troverebbe fra i lumbard l’appoggio forte del consigliere regionale Alessandra Cappellari, sua compagna, il cui peso nel movimento è indiscusso.
Ma a sparigliare i giochi, asseriscono i bene informati, ci pensa Fratelli d’Italia, dove il “triumvirato” di Alessandro Beduschi, Carlo Maccari e Barbara Mazzali parrebbe fortemente intenzionato di giocare la carta di Redolfini, direttore della Confindustria virgiliana.
Nato a Mantova, geometra, Redolfini non è peraltro nuovo alla politica, dove debutta nel 1978 come responsabile dell’assessorato allo sport e al turismo nell’amministrazione provinciale. Dieci anni dopo diventa dirigente organizzativo dell’Associazione industriali e nel 2008 succede a Elio Comaschi nella carica di direttore generale della locale Confindustria – incarico ricoperto ancora, sino all’ormai prossimo collocamento in pensione. Peraltro, fra le sue passioni è di particolare rilievo quella sportiva, che lo ha portato in passato a essere prima membro della giunta provinciale e poi presidente del Coni, sezione di Mantova, nonché Stella d’oro al merito sportivo.
La terna è qualificata. In ogni caso, per decidere in via definitiva sull’anti-Palazzi, non dovrà mancare anche il parere dei rispettivi coordinamenti regionali dei tre partiti. Ma per quello c’è tempo.