Ecco il secondo dei problemi e per entrambi le soluzioni sono di una certa difficoltà per la Commissione europea. Il primo dovuto all’applicazione ideologica del Green, l’automotive, che interessa l’industria, già ampiamente dibattuto e oltremodo preoccupante; il secondo dovuto all’ampiamento dei mercati, il Mercosur, che ha prodotto la reazione degli agricoltori, i quali considerano le conclusioni sottoscritte molto penalizzanti. Cos’è il Mercosur? L’accordo firmato il 6 dicembre 2024 a Montevideo, capitale dell’Uraguay, fra l’Unione europea e i Paesi del Sud America, in cui si codifica l’eliminazione dei dazi su tanti prodotti. E’ definito epocale per il coinvolgimento di 780 milioni di persone. Von der Leyen parla di “giornata storica” per la conclusione di un accordo fatto, di nuovo, cinque anni dopo l’ultima intesa poi naufragata nel 2019. Ma l’iter giuridico dell’intesa è ancora molto incerto. Le reazioni del mondo economico qui sono contrastanti, gli agricoltori in “rivolta” e l’industria favorevole, poiché considera positivi i risultati dovuti all’apertura di nuovi mercati. L’intesa politica riguarda l’Unione europea con il Brasile, l’Argentina, la Bolivia, l’Uraguay e il Paraguay per un mega accordo commerciale, il più grande mai siglato dall’Ue che produrrà risparmi per 4 miliardi di euro. Ursula Von der Leyen: “segna l’inizio di una nuova storia”, è una “vittoria per l’Europa. Sessanta mila aziende esportano oggi nel Mercosur, trenta mila delle quali sono piccole e medie imprese, beneficeranno di tariffe ridotte, procedure doganali più semplici e accesso preferenziale ad alcune materie prime critiche”. Dell’accordo si è iniziato a parlarne nel 1999, ancora oggi divide l’UE con la Francia sul piede di guerra oggi affiancata dall’Italia. I nostri agricoltori sono molto arrabbiati, ma precisano di “non essere in linea di principio contrari all’accordo”, solo che lo vogliono equo e rispettoso delle parti. L’attuale testo – che arriva dopo 25 anni di negoziati – se viene messo in discussione dal comparto agricolo è promosso da quello industriale. Dal comparto agricolo si chiede L’applicazione del principio di reciprocità e cioè l’utilizzo delle stesse regole per entrambe le parti, in quanto le normative per le produzioni agroalimentari in Europa sono molto più severe di quelle applicate nei Paesi che fanno parte del Mercosur. Si tratta di vincoli che riguardano le modalità di produzione degli alimenti; il rispetto dell’ambiente; la qualità stessa dei prodotti ammessi sui mercati. Conquiste che noi abbiamo fatto quando in particolare la salute ha fatto premio sulla produzione agroalimentare e gli standard certificati
dalle etichette. Secondo Coldiretti “l’accordo così formulato non si può accettare, causerebbe danni alle imprese agroalimentari italiane e non solo, inoltre non vanno trascurati i rischi per la salute dei consumatori”. E l’industria? E’ di tutt’altro parere confermato dalla Confindustria, tanto che ancora prima della firma il presidente, Emanuele Orsini, si è detto favorevole: “le imprese europee hanno bisogno dell’apertura di nuovi mercati, benvenuto quello del Mercosur”. Ha aggiunto: “Questo accordo dovrebbe migliorare la competitività in linea con le raccomandazioni del rapporto Draghi, offrendo, pertanto, nuove opportunità di esportazione”. Ora occorre che la base giuridica superi la verifica del voto del Parlamento europeo, che si presenta irto di ostacoli: se fino all’estate scorsa sembrava assicurata la maggioranza, visto che a opporsi erano rimaste Francia, Polonia, Austria e Olanda, ora l’aggiunta di Palazzo Chigi che afferma “non ci sono le condizioni” direbbe sfavorevole l’Italia per cui la maggioranza potrebbe essere in bilico.
GASTONE SAVIO