MANTOVA Mantova Anche se non si sente, il Covid si vede e lo si nota subito nell’aspetto e nella forma di questo Festival partito un po’ in sordina, quasi a vergognarsi della sua nuova pelle, ma che ha comunque l’orgoglio e la forza di alzare la mano e gridare presente.
Così tante sedie vuote agli eventi non si erano mai viste, ma anche questo fa parte del nuovo corso imposto dalle noromative anti coronavirus, che di fatto hanno tenuto lontane parecchie persone, ma va anche detto che siamo solo all’inizio. Prima di tirare una riga, meglio aspettare i giorni caldi, quelli del week end.
Si diceva del covid e delle ristrettezze cui organizzatori e spettatori sono stati sottoposti: agli ingressi, oltre all’igienizzazione delle mani, i volontari in maglietta blu provano la temperatura e gli stessi volontari al termine di ogni eventi provvedono a sanificare le sedute preparandole per l’evento successivo. A tutti gli eventi si accede con un biglietto che corrisponde ad un posto, quest’ultimo rigorosamente distanziato dagli spettatori attorno.
In piazza Castello, la tenda che ospita gli eventi è stata riposizionata con il palco che guarda il campanile di Santa Barbara, piazza dalla quale è unicamente consentito l’accesso. La capienza del tendone è di circa 400 posti contro il migliaio degli anni scorsi. Una drastica riduzione, che almeno ieri non ha creato malumori viste le tante sedie vuote.
Anche la disposizione di piazza Sordello è cambiata parecchio prima di tutto con il ridimensionamento della libreria (che si è fatta in due con l’appendice della Loggia del Grano) e l’allargamento della Tenda Sordello, vero fulcro della piazza. A lato, gli stand degli sponsor.