Franca Valeri, un mito a cui tutti dobbiamo essere grati a vita

MANTOVA È da sempre forse tra gli ospiti più amati ed acclamati del Festivaletteratura e il pubblico lo ha confermato, ancora una volta, con un lungo e caloroso applauso: Lella Costa è stata ieri tra i protagonisti del festival davanti ad una platea – in Piazza Castello – da quasi tutto esaurito. Un’emozione cresciuta ancor di più quando la Costa, con la voce rotta da un’ondata di ricordi, ha voluto salutare il padre del festival: Luca Nicolini. «Un uomo – ha detto – che la cambiato questo Paese e con cui ho condiviso tanti momenti. Oggi (ieri per chi legge,  (ndr)) passeggiando per la città ho avuto la sensazione di vederlo almeno una decina di volte. Sono sicura che lui sia qui con noi».
Ma per una grande donna presente al Festival, un’altra è stata rievocata proprio dalla Costa: Franca Valeri. Un volto per cui comica, scrittrice, sceneggiatrice non sono termini sufficienti a descriverne la grandezza e bravura. È proprio a Franca Valeri, infatti, che ieri sera Festivaletteratura attraverso la Costa – intervistata da Elsa Riccadonna – ha voluto rendere omaggio ad alcuni mesi dalla sua scomparsa. «Franca ha saputo rivoluzionare tutto con la sua capacità di passare dal teatro, al cabaret, alla tv popolare, al cinema, all’opera (di cui è stata anche regista) senza mai abbassare la qualità e restando accessibile a tutti».
Una donna rivoluzionaria, soprattutto per i tempi che l’anno vista diventare la Franca Valeri oggi da tutti amata ed apprezzata. Come non ricordare la sua «passione sfrenata per le parole» che dava spazio anche alle inflessioni dialettali che hanno contribuito a creare alcuni dei suoi personaggi di maggior successo.
Un grande talento a cui si accostava anche una cultura senza confini che la Valeri ha saputo usare per ribaltare un mondo ancora molto proteso verso tutto ciò che è maschile. Esempio ne è “La vedova Socrate” dove con un’abilità senza precedenti ha saputo dare voce ad una donna, raccontando (o per meglio dire scrivendo per la prima volta) la storia dal punto di vista femminile: «dandole parola – ha detto la Costa – ha fatto giustizia. Questa è un’opera che secondo me Franca si è divertita molto a scrivere, perchè ha potuto mettere insieme tutta la sua sapienza». Ma se questo è solo uno dei tanti, tantissimi esempi della straordinarietà di questa donna – per la quali gli aggettivi non sarebbero mai abbastanza – ciò che sicuramente resterà a tutti è la sua eredità. Un lascito che non è indirizzato ad una singola persona ma a tutti coloro che si vogliono avvicinare al palcoscenico con la sua stessa cultura ed irriverenza. «Franca ha tanti allievi ma non un erede», ha continuato la Costa. Un aspetto che, questa la conclusione a cui è giunto l’incontro, dipende forse da fatto che la Valeri è oggi e resterà sempre un mito e per questo ineguagliabile, che potrà solo essere preso come esempio.
Valentina Gambini