SCHIVENOGLIA Oggi è Pasqua, il giorno della resurrezione di Cristo e forse non è casuale la notizia arrivata dalla casa di riposo di Schivenoglia. Nella rsa Fondazione Scarpari Forattini un’ospite, una singnora di 100 anni, è guarita dal Coronavirus. Ieri è arrivato il risultato del terzo tampone ed è negativo. Questo significa, come detto, che l’anziana non è più ammalata. Dovrà, ovviamente, rispettare la quarantena obbligatoria ma poi potrà tornare alla vita di tutti i giorni. Un miracolo. Forse. Tenuto conto di quello che sta accadendo nei geriatrici di tutta la Regione Lombardia. E’ diventato, infatti, un caso di enorme gravità, quello che sta succedendo nelle residenze per anziani, nella quali dall’inizio dell’epidemia si continuano a registrare un elevato numero di decessi. Insomma una vera e propria polveriera pronta ad esplodere, è stato definita la questione case di riposo e a fare gridare allo scandalo è stata la vicenda di una storica rsa di Milano dove i decessi registrati sono stati veramente tantissimi: 70 a marzo e già una trentina dall’inizio di aprile. Un fatto incredibile che ha spinto Regione Lombardia ad aprire un’inchiesta per scoprire come in effetti siano andate le cose. Non tutti si ricordano, però, che l’8 marzo scorso, quando le infezioni per Coronavirus crescevano ogni giorno in modo esponenziale, fu la stessa giunta Fontana a chiedere alle rsa di ospitare all’interno delle loro strutture pazienti Covid . Un azzardo, secondo molti, tenuto conto tra le altre cose che le case di riposo non hanno personale sanitario pronto per affrontare tale epidemia e che il virus potrebbe attaccare persone ad alto rischio data l’età e le condizioni di salute. Questo non è ovviamente, almeno per ora, dato saperlo, quello però che è certo è che se si analizzano i dati sui contagi nella provincia virgiliana, quelli che ogni giorno la Prefettura di Mantova rende pubblici, è possibile notare quanto sia alto il numero dei soggetti positivi al tampone in quei Comuni dov’è c’è una casa di riposo. Non solo. Numeri che sono esplosi quando l’Ats ha iniziato a fare i tamponi agli anziani ospiti delle strutture e al personale sanitario.
I parenti, tra l’altro, il più delle volte vengono a conoscenza del positività del loro caro solo quando ormai la situazione clinica è molto grave o addirittura quando è già morto.
Altra questione poi, sempre inerente ai contagi e alle morti nelle rsa, è che molte di esse, non avendo la possibilità di sostituire i pazienti deceduti con altri ingressi. data la situazione, stanno affrontando problemi economici alquanto preoccupanti, tanto da chiedere aiuti ai cittadini per poter affrontare le spese sia ordinarie che quelle legate all’emergenza sanitaria. (s.)