MANTOVA – Il toto-candidato sindaco riserva ogni giorno novità di rilievo. L’ultima proiezione arrivata dagli ambienti Pd e circolante già nel consiglio comunale di martedì vede salire le quotazioni per la candidatura di Giovanni Buvoli alle comunali della prossima primavera. La nomenclatura Dem avrebbe infatti accordato la preferenza sull’attuale vice piuttosto che sul super assessore all’ambiente e urbanistica Andrea Murari. E la nota più curiosa starebbe nel fatto che sul nome di Buvoli si sarebbe trovato d’accordo anche il consigliere regionale Marco Carra, che proprio contro Buvoli aveva corso alle regionali del 2023.
Unica condizione: il passaggio di testimone da Mattia Palazzi a Buvoli dovrà avvenire per un solo eventuale mandato. Il “giovanilismo” del partito non lascerebbe possibilità a questi di reiterare in caso di vittoria la carica di primo cittadino sino al 2036, e Buvoli, classe 1960, a quella data compirebbe 75 anni. Troppi, insomma.
L’altra faccia della medaglia è la notevole esperienza amministrativa maturata da lui in oltre trent’anni di presenze in via Roma: prima dai banchi del consiglio durante i mandati di Gianfranco Burchiellaro, poi ancóra durante quelli di Fiorenza Brioni e (all’opposizione) di Nicola Sodano. Infine, i due mandati da vicesindaco e titolare del bilancio, oltre che del demanio e del turismo, dal 2015 a oggi. Insomma, un curriculum amministrativo di tutto rispetto.
L’altra faccia della medaglia, che l’ambiente Dem lascia leggere in filigrana, è legata intanto alla giovane età di Murari, che può attendere ancóra un mandato prima di arrivare al proprio turno, ma soprattutto alla dichiarazione pubblica fatta da Palazzi stesso nella presentazione dei nove tavoli programmatici in San Cristoforo: il sindaco uscente sarà presente nella campagna elettorale della prossima primavera, come se il candidato sindaco fosse lui. Un modo elegante per dire che i giochi li condurrà ancóra lui, e a Buvoli la cosa può star bene. A Murari non si sa.
