Mantova Giornata concitata per le autocorse dell’Apam. Il caso più particolare e che ha suscitato momenti di alta tensione in serata, quando un giovane pretendeva di salire col monopattino fuori uso sulla linea 6 per Buscoldo dalla fermata di corso Vittorio Emanuele – cosa vietata dal regolamento –, e dopo un violento alterco con l’autista ha costretto questo a fare intervenire le forze dell’ordine, che lo hanno portato via ammanettato.
Il fatto è accaduto verso le 20.15, proprio mentre il bus stava iniziando la sua corsa. All’improvviso un giovane straniero ha tagliato la strada al mezzo con il proprio monopattino cozzando contro il bus, costretto a una repentina e brusca frenata. Niente di grave per la persona, ma il veicolo risultava completamente fuori uso. A questo punto, secondo le testimonianze, il giovane è salito sull’autobus col proprio monopattino pretendendo di essere trasportato. Al diniego dell’autista riguardo al velocipede, è nato un violento alterco con tanto di minacce che ha costretto il conducente a fare intervenire le forze dell’ordine.
Queste, giunte in breve sul posto si sono viste a mettere le manette al giovane in escandescenze portandolo via.
Ma per l’Apam la giornata era iniziata male già verso le 13, quando in via Cairoli alcuni ragazzi usciti dalla scuola media “Alberti” hanno lanciato un sasso contro i vetri di un bus di passaggio frantumandone uno e poi defilandosi di corsa.
«Purtroppo Mantova sembra ormai una città abbandonata – commenta amareggiato Andrea Bertolini, referente provinciale dell’Utp, il sindacato dei pendolari –. Quando non siano i ragazzini che lanciano sassi, sono comunque in presenza di altri vandalismi sui mezzi pubblici. Siamo cioè di fronte a una situazione di deriva e di inciviltà. Tutta la mia solidarietà agli autisti che devono affrontare quotidianamente queste situazioni senza tutele. Non stupiamoci – aggiunge – se vediamo sempre le corse vuote: ormai anche in pieno centro vediamo cose di questo tipo. Figuriamoci chi debba prendere l’autobus in periferia», conclude Bertolini.