MANTOVA La corsa contro il tempo è iniziata giovedì pomeriggio, con la segnalazione da parte di un canoista di un esemplare di poiana imprigionato in una lenza, sulle sponde del Lago Superiore, poco dopo la Canottieri, risalendo verso Soave.
Esito di un lancio a lunga distanza mal riuscito, il resistentissimo filo era finito tra i rami di un albero, a otto metri di altezza, e lì abbandonato da un pescatore incivile.
Quando le Guardie Ecologiche Volontarie del Parco del Mincio sono arrivate sul posto, l’animale, impigliato con un’ala, si dibatteva disperatamente nel tentativo di liberarsi, con l’effetto di aumentare la presa della trappola. Strazianti gli innumerevoli tentativi di riprendere il volo, per poi lasciarsi cadere nel vuoto, senza forze.
Con il solerte supporto dei vigili del fuoco, le Gev hanno tentato in tutti i modi di recuperare il volatile, eseguendo molteplici manovre da terra, fino al calare della sera. Il buio fitto e il terreno divenuto fangoso hanno costretto i volontari a demordere. Il mattino seguente, venerdì, sono tornati sul posto a bordo di un’imbarcazione della vigilanza acquatica e sono riusciti a liberare la poiana, ora affidata alle cure veterinarie del centro di recupero della fauna selvatica di Parcobaleno.
“Mi faccio portavoce dell’appello delle nostre Guardie, che ringrazio per la dedizione dimostrata anche in questo difficile intervento: chiediamo civiltà, rispetto per l’ambiente e per le regole” commenta il Presidente del Parco del Mincio Maurizio Pellizzer “ogni giorno le nostre Gev trovano lenze ed esche abbandonate in acqua, a terra e tra i rami degli alberi. Troppi i rifiuti che deturpano le rive frequentate dai pescatori e che rappresentano un pericolo per la fauna, oltre che uno sfregio per l’ambiente. E sono ricorrenti le violazioni commesse da pescatori che accendono fuochi a terra, montano tende lungo le sponde e si addentrano con le auto in zone vietate. Chi pratica la pesca dovrebbe fare propri i valori dello sport, che mette al primo posto quello del rispetto”.