In Italia sono circa 877mila i minori nelle scuole con cittadinanza non italiana, cioè più del 10% degli iscritti. Nella sola Mantova, i minori con cittadinanza non italiana sono 233 nelle scuole dell’infanzia su un totale di 955. Alla scuola primaria sono invece 573 su 1.925, e alla secondaria di primo grado 295 su 1.317. Su questi numeri è in discussione alla Camera la legge fortemente sostenuta dal Pd circa lo “ius scholae”, il cui testo unificato prevede che la cittadinanza italiana possa essere ottenuta su richiesta da un minore di nazionalità straniera ma nato in Italia, o giunto in Italia entro il compimento del 12° anno di età, e qui residente legalmente e senza interruzioni con frequenza regolare per almeno 5 anni in uno o più cicli scolastici. Vien da sé che la questione sia divisiva. Decisamente favorevole il sindaco Mattia Palazzi, che dichiara: «È ora, dopo vent’anni, di approvare una legge che riconosca a quei bimbi la cittadinanza italiana. È una legge di civiltà, giusta e equilibrata». Ma variegati (e non tutti di forze di opposizione) sono i commenti; sui social il refrain “prima gli italiani” non pare appartenere ai soli fan di Salvini. Anche nel
popolo della sinistra spiccano i richiami alla scarsa urgenza di questo provvedimento, che non rientrerebbe nelle priorità contingenti, così come pure non viene troppo apprezzato l’automa – tismo del riconoscimento. Scontata e sonora la bocciatura dall’area di centrodestra e leghista. Per il capogruppo salviniano Andrea Gorgati «l’i n t eg r a z i o n e di un ragazzo, e quindi anche la cittadinanza, è fondamentale per creare cittadini che amino il nostro Paese. L’accordo che ha portato al governo Draghi però era preciso: ognuno metteva via le sue battaglie specifiche e tutti si impegnavano per superare l’emergenza covid e quella economica. Invece qualcuno sente il profumo di elezioni politiche e inizia a fare i soliti giochetti sui diritti. A loro frega nulla di fare una bella legge sulla cittadinanza, perché altrimenti l’av r e b b e r o proposta mesi fa. Invece lo fanno ora per semplice calcolato e meschino profitto». Per Luca de M a rc h i «Fratelli d’Italia ha chiesto di cancellare dal calendario dei lavori le discussioni sulla cittadinanza facile agli immigrati e sulla liberalizzazione della droga. Due provvedimenti ideologici e fuori dal mondo, portati avanti da una sinistra Pd-5 stelle lontana anni luce dal mondo reale e dai problemi concreti dei cittadini. La volontà della maggioranza Draghi di impegnare il Parlamento su questi temi è un’offesa agli italiani alle prese con una crisi economica senza precedenti». Per il leader dell’opposizione Stefano Rossi Mantova ideale) si tratta di una situazione “surreale”: «Pd e 5Stelle hanno imposto lo “ius soli” mascherato e la droga libera. Il pensiero corre immediatamente a baby gang come quelle del Garda. Diamo la cittadinanza a tutti? Ricordo che la metà dei reati commessi da minorenni, sono in capo a immigrati, che però non sono la metà dei cittadini. Non c’è nulla da fare, la sinistra non cambia mai: via il crocefisso nelle scuole, “ius soli”, gender… Ciclicamente ci provano sempre. A noi il compito di rintuzzare le loro scellerate provocazioni». Voce fuori dal coro è quella di Pier Luigi Baschieri (Fi): «Forza Italia a livello