MANTOVA Tre imprenditori indagati e le loro tre aziende sottoposte a sequestro preventivo. È questo il bilancio mantovano dell’operazione Consequence della Guardia di Finanza di Reggio Emilia in collaborazione con la Squadra Mobile della Polizia reggiana su una maxi-frode fiscale. da 30 milioni di euro. Nel mirino delle Fiamme Gialle sono finiti il titolare di una ditta di pallet di Mantova, quello di un’azienda agricola del Basso Mantovano e un terzo imprenditore titolare di un’azienda di commercio all’ingrosso di mobili nell’Alto Mantovano. Un quarto indagato mantovano risiede invece fuori provincia. Consequence è il secondo step dell’indagine Billions che nel 2020 aveva portato ancora i finanzieri reggiani a scoprire una vera e propria holding che metteva delle ditte cartacee a disposizione di aziende per emettere false fatture. Nel blitz scattato ieri in numerose province, compresa quella di Mantova, è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per un controvalore di 11.500.000 euro emesso dal gip del Tribunale reggiano nei confronti di 87 persone fisiche e giuridiche, di cui 34 interessati anche da perquisizioni locali. «Due di queste con relativo sequestro preventivo sono state effettuate in collaborazione con i nostri colleghi di Mantova e Castiglione, mentre quelli di Suzzara hanno eseguito una perquisizione bancaria con sequestro di conto corrente – ha spiegato il tenente colonnello »Maria Concetta Di Domenica, comandante del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia -. Di particolare interesse investigativo la perquisizione effettuata a Mantova a una ditta che commercia pallet», dove è stato effettuato un sequestro preventivo per più di 400mila euro di imposte evase. Le ditte colpite dal provvedimento di sequestro hanno tutte sede fuori dal circondario reggiano, e sono dislocate sul territorio nazionale ed attive in svariati ambiti d’impresa, alcune particolarmente note sul mercato. Al termine delle attività d’indagine, è stato documentato come le 87 società interessate abbiano utilizzato, nelle rispettive dichiarazioni annuali ai fini dell’Iva. e delle imposte dirette, fatture per operazioni inesistenti ricevute dalle società cartiere reggiane per oltre 30 milioni di euro. Il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca è stato operato sulle somme presenti sui conti correnti nella disponibilità delle società e delle ditte utilizzatrici delle fatture per operazioni inesistenti, poiché considerato esso stesso profitto diretto del reato, e, per equivalente, sulle somme e sui valori comunque nella disponibilità degli indagati fino alla concorrenza dell’imposta evasa calcolata.