Qualità dell’aria: micropolveri più che dimezzate in 20 anni

La centralina dell'Arpa in piazzale Gramsci

MANTOVA Come al solito, i numeri parlano in modo probatorio assai più e meglio di qualsiasi sensazione. Basandoci proprio sui dati forniti dall’Arpa a livello regionale, oggi è possibile affermare che nel torno di vent’anni la qualità dell’aria è notevolmente migliorata su tutto il territorio lombardo, e a Mantova in particolar modo.
Perché a Mantova? Risposta semplice: confrontando il numero dei superamenti delle micropolveri nel torno degli ultimi vent’anni, si evince che la provincia virgiliana era quella che deteneva il record negativo. Era il 2003 quando le centraline mantovane appena introdotte registravano ben 188 superamenti di Pm10 (fascia “rossa” di super-allerta), e per tutto l’arco del decennio, sino al 2011, Mantova manteneva il trend negativo dei superamenti, ora contenuti in fascia “arancione” ora in fascia “gialla”: come dire che almeno un giorno su tre l’aria era sovraccarica del temibile particolato fine, responsabile di molte affezioni cardio-respiratorie.
Ma è proprio a discendere nel tempo da quel decennio terribile, durante il quale l’aria mantovana si rapportava a quella super-inquinata del capoluogo regionale, che si sono registrati positivi segnali di svolta. Si è passati così dai 90 superamenti del 2012 ai 65 dello scorso anno, con punte negative di soli 34 nel 2018 – a seconda ovviamente delle concomitanti condizioni meteo.
In sintesi, nell’arco del ventennio 2002-2022 le concentrazioni di micropolveri Pm10 si sono mediamente dimezzate nell’aria di Mantova e del suo territorio. La rendicontazione della Regione Lombardia si limita a registrare i dati nudi e crudi, senza cercare di individuare le cause del progressivo miglioramento. il Pirellone, d’altro canto, si limita a considerare come fattore determinante il piano di contenimento degli inquinanti, specie quello sancito dalla legge regionale che nella stagione tardo-autunnale-invernale limita le emissioni in atmosfera degli impianti di riscaldamento. E non poco in tal senso deve avere influito l’espansione dell’articolata rete del teleriscaldamento nel perimetro del capoluogo.
Non da meno, è logico crederlo, dovrebbe avere influito la dismissione degli impianti della raffineria Ies-Mol, a oggi ridotti a centro di stoccaggio. Molto meno invece, in termini percentuali, parrebbero influire le limitazioni ai veicoli Euro zero benzina e sino a Euro 4 diesel. Nei superamenti della fatidica soglia dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria, il traffico incide solamente nella misura del 18%.