MANTOVA Opere non sanabili? Questo è il pensiero dei pm, non della Pro-Gest, e comunque non è ancora sentenza. A queste conclusioni porta un lungo comunicato diramato ieri dalla cartiera, che non ritiene opportuno intervenire direttamente nel dibattito, preferendo affidarsi al parere tecnico dei propri legali Vincenzo Pellegrini e Alberto Mascotto.
A detta del pool difensivo, la società, prima dell’esecuzione delle opere oggetto di contestazione, ha chiesto i necessari titoli edilizi e paesaggistici, «e su tali opere era stato ottenuto già nel 2017 il parere positivo della commissione paesaggio del Comune e il parere positivo della competente Soprintendenza». Nel caso, «la legge prevede che entro 20 giorni dal rilascio del parere positivo della Soprintendenza, che è vincolante, vada obbligatoriamente rilasciata dal Comune l’autorizzazione. Il Comune, nei giorni del previsto rilascio, ha invece improvvisamente sospeso il procedimento perché ha ritenuto, insieme alla Provincia, che quei titoli edilizi e paesaggistici, oramai pronti, non potessero essere rilasciati e dovessero invece essere rilasciati nel procedimento di Via che era in corso».
Il resto è storia nota. Quei titoli paesaggistici ed edilizi sono rimasti “sospesi” per mesi e mesi. E a quel punto, sostengono i due legali di Pro-Gest, «è evidente a chiunque che la società è stata presa in contropiede dagli eventi amministrativi: un cantiere che occupa 350 persone e impiega simili investimenti non si riprogramma dall’oggi al domani, senza cagionare danni enormi». Le modifiche (già approvate dalla Soprintendenza con parere che la legge definisce vincolante) avrebbe operato nella convinzione della certa approvazione, «anche in corso d’opera», dei lavori effettuati, «visto che erano già stati assentiti dagli enti competenti e mancava nella sostanza solo la “firma” dell’atto finale».
Rispetto alle opere oggetto di quel parere positivo della Soprintendenza, a detta di Pro-Gest, vi sarebbero stati scostamenti in corso d’opera solo per impianti tecnologici esterni, «che nel contesto di un cantiere di queste dimensione e complessità, possono senza tema di smentita definirsi modesti».
Vien da sé che per il collegio difensivo tutte le opere per le quali è stata chiesta sanatoria in corso d’opera risultano tutte oggetto di pareri positivi», e di tanto è stato dato atto in sede dell’ultima conferenza di servizi in Provincia, dove nessuna opera è stata dichiarata insanabile. Parere non sposato da Palazzo di Bagno.