Torre della Gabbia dimenticata, che fine ha fatto l’inaugurazione?

MANTOVA Che fine ha fatto la tanto sbandierata inaugurazione della Torre della Gabbia, il cui inizio lavori di ripristino è ormai datato nel lontano maggio 2017? A chiederselo il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Pierluigi Baschieri. «Per ben sette volte – spiega – questa amministrazione ha annunciato come prossima l’apertura della torre medioevale costruita dalla famiglia Acerbi e venduta nel 1821 ai Bonacolsi.
Un recupero architettonico non certo semplice per rendere il monumento visitabile e tramutarlo in un belvedere fruibile a cittadinanza e turisti. Ad oggi sono già stati spesi 2,3 milioni di euro ma tutto tace dopo che il settore lavori pubblici del Comune aveva affidato nel luglio 2022 la progettazione e i lavori alla ditta Fabbri Park Srl per la realizzazione della copertura dell’impianto di risalita, dispositivo necessario per consentire di aprire e chiudere automaticamente il tunnel da cui sale e scende l’ascensore.
Un intervento necessario che doveva concludersi con il collaudo il 25 gennaio scorso e poi permettere la tanto attesa apertura nella primavera di questo anno. Ad oggi nessuno sa se il lucernario sia stato installato. Credo fortemente che gli evidenti ritardi nel rendere fruibile la Torre non siano dovuti alla sola conclusione delle opere accessorie, ma al braccio di ferro in essere tra questa amministrazione e i condòmini di Palazzo Cadenazzi di via Cavour, entro il quale l’amministrazione ha predisposto l’accesso pubblico alla Torre. Di fronte al diniego dei proprietari, fra i quali c’è comunque anche il Comune, di dare accesso alla torre acquistata dall’ente nel 1987, la giunta di Mattia Palazzi ha deliberato il 9 novembre 2022 di dare mandato all’avvocato Simona Zerbini di esperire la strada conciliativa stragiudiziale, ed eventualmente, in difetto di condizioni, quella del tribunale. Per questo incarico professionale sono stati spesi ben 15mila euro. A questo punto, dopo aver speso quasi 3 milioni di euro di denaro pubblico, è impossibile non interrogare l’assessore ai lavori pubblici, Nicola Martinelli e l’assessore all’urbanistica, Andrea Murari, per comprendere in quali sabbie mobili sia finita la Torre della Gabbia. Qualcuno ci dica – conclude Baschieri – se il legale incaricato dal Comune sia riuscito a distanza di mesi a sbrogliare una matassa ingarbugliata dovuta al pressapochismo con cui questo centrosinistra ha gestito tutta la vicenda del recupero del monumento storico dimenticandosi che rogiti e carte bollate vietavano l’accesso dall’edificio privato di via Cavour».