MANTOVA Inaugurazione ufficiale per il festival Food & Science, nel pomeriggio di ieri al teatro Bibiena. Tema più che mai calzante, scelto un anno fa, quello della metamorfosi, nell’ambito di una manifestazione che, per forza di cose, è mutata, per poter essere coraggiosamente realizzata. Con un format rinnovato si è aperta la rassegna in un territorio, come sottolineato dal sindaco Mattia Palazzi, nel quale gli aspetti dell’agricoltura e del cibo restano fondamentali.
E anche per questo particolarmente coinvolto nella sfida del Recovery Fund, che per il primo cittadino rappresenta l’ultima occasione per modernizzare il Paese sotto vari aspetti: delle infrastrutture, dell’innovazione e dell’utilizzo delle acque. Per tale motivo diventa ancora più importante realizzare alleanze forti.
Per il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi il Festival 2020 rappresenta un atto doveroso, vista la costante crescita di pubblico e ciò che i prodotti mantovani significano per la realtà italiana.
Per il presidente di Confagricoltura Italia Massimiliano Giansanti la metamorfosi causata dalla pandemia ha dimostrato quanto efficace sia il settore agricolo, che è riuscito a non far mancare alcunchè alle famiglie italiane in una situazione di emergenza. Tanti sono ancora i cambiamenti che attendono tale campo, a partire da quelli climatici.
E ciò richiede maggiore competitività e produzione. Parere condiviso dall’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, secondo cui si rende necessario il sostegno all’innovazione, per rispondere alle esigenze dei consumatori e dell’Unione europea. È importante fidarsi della scienza e aiutare i cittadini in un percorso di maggiore conoscenza e affidamento, per poter compiere le giuste scelte. Perchè anche la sfida sulla sostenibilità passa per l’innovazione genetica.
Durante l’evento ha preso vita anche una tavola rotonda di carattere scientifico, che ha radunato i quattro autori di tre libri di recente pubblicazione, sull’agricoltura collegata alla genetica: Michele Morgante, Mauro Mandrioli, Elisabetta Tola e Marco Boscolo hanno così delineato diversi ambiti ancora bisognosi di sviluppo in Italia, a partire dal sostegno alla ricerca di base, per arrivare ad applicazioni concrete da portare sul mercato e sulle tavole, per proseguire con la valutazione della grande quantità di dati oggi disponibile in questo campo, tanto che alcuni sensori possono essere installati direttamente nelle piante, per controllare il loro stato di salute. Di contro, tutti questi dati procedono ancora con grande difficoltà a livello di connettività, infrastrutture di rete e, più in generale, di cultura digitale, versanti sui quali molto lavoro resta da compiere.