MANTOVA Luoghi solitamente non aperti al pubblico o da approcciare con un diverso sguardo: le Giornate Fai di Primavera, ieri e oggi, offrono questa possibilità. Nel capoluogo e in provincia. Questa edizione, molto seguita nonostante la prima giornata di pioggia, consente di scoprire a Mantova Palazzo Castiglioni e Torre Bonacolsi in Piazza Sordello, Palazzo Valentini e il Circolo Ufficiali Unificato dell’Esercito in Corso Vittorio Emanuele II, la cripta del Convento di Santa Teresa in Via Giulio Romano, la Chiesa della Madonna del Terremoto e l’Antica Edicola dei Giornali in Piazza Canossa. Sul territorio, ad Asola, altre quattro aperture: Villa Croce in Strada Rosetta Mangera, Parco Terzi in via Garibaldi, Palazzo Beffa Negrini in via Garibaldi e Museo Civico Goffreod Bellini in via Garibaldi.
Così si scorgono angoli sconosciuti, come i vastissimi sotterranei di Santa Teresa, si conoscono antiche abitudini perse nel tempo, si apprende come quasi ogni posto abbia negli anni assunto ruoli e utilizzi differenti. In base alle varie dominazioni giunte fino in terra mantovana.
Sebbene la presenza dei carmelitani fu attestata dal 1646, la chiesa di Santa Teresa venne costruita all’incirca tra il 1668 e il 1678. Verso la fine del ‘700 il monastero venne abbandonato e utilizzato prima come magazzino e poi come prigione, che nel 1852 ospitò alcuni Martiri di Belfiore negli ultimi giorni di vita. Con l’Unità d’Italia il complesso passò ai gesuiti per poi tornare nel 1936 ai Carmelitani.
L’Antica Edicola dei Giornali, bene del Fondo per l’Ambiente Italiano dal 1992, era originariamente collocata in Piazza Mantegna. Fu spostata in Piazza nel 1925. E oggi, dopo il restauro, è diventata sede di eventi culturali e artistici. La Chiesa della Madonna del Terremoto era in origine era un semplice oratorio in legno costruito alla fine del ‘600 attorno ad un affresco raffigurante la Madonna col bambino e santi, riemerso sulla facciata esterna di una abitazione a seguito della caduta di alcuni calcinacci provocata dal terremoto che colpì la città nel 1693, fortunatamente senza vittime. La devozione verso questa immagine fu tale che circa sessant’anni più tardi, la primitiva struttura in legno, venne sostituita da una vera e propria chiesetta terminata nel 1759.
Costruito agli esordi del XIV secolo dalla famiglia Bonacolsi, prima signoria mantovana, Palazzo Castiglioni ebbe diversi proprietari, tra cui i Gonzaga, ed ospitò differenti uffici, fino a diventare nel 1797 residenza dei generali austriaci. Nel 1808 passò ai conti Castiglioni, famiglia che annovera al suo interno personaggi di altissimo prestigio, tra i quali figura Baldassare, autore del celebre “Il Cortegiano”, opera di valore capitale per la cultura rinascimentale italiana.
Il nome di Palazzo Valentini si deve a Luigi Valentini che ne divenne proprietario e lo abitò dal 1896. La parte aperta alle visite venne acquistata nel 1950 da Dora Montani, imparentata coi Valentini. Grazie alla sua amicizia con Vittorina Gementi, fondatrice della Casa del Sole, ospitò il Centro Diurno per persone disabili gestito dalla stessa struttura dal 1983 al 2024.
Palazzo Rangoni Gonzaga (ora palazzo Italia) risale probabilmente alla seconda metà del 1200. Proprietà della famiglia Riva nel ‘400, alla fine del ‘500 passa a un ramo cadetto dei Gonzaga, quello dei marchesi di Palazzolo, estintosi nel 1751. Dal 1810 le vicende dell’edificio si intrecciano con il ruolo militare che austriaci e francesi assegnano alla città. Il ruolo militare continua con l’entrata di Mantova nel Regno d’Italia e tuttora l’edificio ospita il Circolo Ufficiali Unificato dell’Esercito.