MANTOVA – Poesia e pura: chi era presente ieri mattina nel giardino del Museo Diocesano può confermare che queste sono state le due chiavi di lettura dell’incontro con Fabio e Damiano D’Innocenzo assieme a quell’elegante penna che è Mariangela Gualtieri. I film “Favolacce” e “La terra dell’abbastanza”, pellicole che hanno permesso ai gemelli romani di diventare astri sempre più splendenti del cinema italiano sono state un pretesto necessario per conoscere più nel profondo questi autori e, forse, il mondo che ci circonda. Perchè “Favolacce”, in fondo, altro non è se non uno sguardo dell’infanzia verso un mondo adulto che di bello non ha nulla ma, al tempo stesso, la paura di perdere il ricordo di quello sguardo. «Noi abbiamo vissuto due infanzie – spiega Damiano D’Innocenzo -, una dove il nostro corpo si trasformava e una dove osservavamo il cambiamento dell’altro. Siamo legatissimi all’infanzia». Appunto, l’infanzia e la gioventù, due temi affrontati, con annesse linee d’ombra, nei due film dei fratelli D’Innocenzo, due temi che rispecchiano un dramma generazionale: «I genitori di oggi hanno ansia da prestazione nei confronti dei figli, temono che si annoino, sono impauriti dall’idea che possano avere dieci minuti liberi per pensare». Impossibile, poi, non parlare del loro legame gemellare, che va ben oltre la concezione di parentela: «Poter dire che una cosa l’ho fatta con mio fratello – confida Damiano – è meraviglioso. Lui è il primo che chiamo quando sono felice o sono triste; credo che il fatto di essere in due in tutte le cose che facciamo sia la nostra ancora di salvezza». «Nella fotografia, così come nella scrittura di un soggetto per un film non vogliamo incappare in una verità, qualunque essa sia, se non possiamo scoprirla assieme» il commento di Fabio. Poesia e paura quando si parla di rapporti, poesia e paura quando si parla di versi da scrivere ma da non ritoccare mai, poesia e paura «purificatrice, vera, viva, come quella che sapete fare voi» sottolinea Mariangela Gualtieri. Poesia e paura, come senso della vita: «La paura è la cosa che più si avvicina a Dio, poichè ti chiede di avere fiducia».