OLTREPO’ I comuni del Destra Secchia, a maggio ragione dopo i lavori di risistemazione post sisma, hanno edifici scolastici sicuramente ammodernati e all’altezza; ma manca un altro elemento fondamentale, se non il principale, ovvero gli studenti, con il rischio di non arrivare al numero utile ed essere impossibilitati a formare una classe: per questo motivo i rappresentanti dei paesi di questa zona, unitamente a quelli degli istituti comprensivi, si sono riuniti ieri mattina in municipio a San Giovanni del Dosso con una delegazione di Anci Lombardia; il tutto per definire un tavolo di lavoro utile a proporre, in sede provinciale e regionale, una strategia per fare salva la sopravvivenza dei plessi scolastici.
Giocare d’anticipo prima di decisioni calate dall’alto. Si lavorerà per un tavolo con una proposta di strategie da attuare per superare le criticità attuali.
Al tavolo di ieri, oltre al sindaco di San Giovanni Angela Zibordi che ha introdotto i lavori della giornata, erano presenti i sindaci (o i rappresentanti dell’amministrazione comunale) dei paesi di Quistello, Sermide e Felonica, Magnacavallo, Borgo Mantovano, Poggio Rusco, Quingentole, San Giacomo, Sustinente, Ostiglia, Schivenoglia, Borgocarbonara, e Serravalle, la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Gorni di Quistello Donatella Gozzi, l’insegnante Marzia Bertolasi in rappresentanza del Comprensivo di Poggio Rusco e, come delegazione di Anci Lombardia, Gianpiera Vismara e Pierfranco Maffè: «Credo si sia trattato di un punto di partenza importante per tutto il territorio – ha spiegato Angela Zibordi – I numeri che possono essere richiesti, dato che si potrebbe arrivare a mettere un minimo di 15 alunni per classe, rischiano di essere troppo alti per i nostri paesi quando sappiamo che la sopravvivenza della scuola è uno degli elementi che permettono al paese stesso di andare avanti. La riunione di oggi (ieri ndr) non resterà un episodio isolato, ovviamente, ma è un punto di partenza: il nostro obiettivo è infatti quello di giocare d’anticipo onde evitare proposte calate dall’alto e avanzare controproposte nostre che tengano conto del territorio, dei collegamenti tra i comuni, e delle esigenze dei nostri ragazzi e delle famiglie». Una precisazione non superflua dato che lo scorso anno venne ipotizzata la proposta – criticata dalle amministrazioni comunali e mai concretizzatasi – di unire in una classe unica i bimbi di San Giovanni e Magnacavallo proponendo di far seguire loro le lezioni per tre giorni nella scuola di Magnacavallo e per altri tre in quella di San Giovanni.
Nicola Antonietti