L’impegno del sustinentese Padre Dino in Bangladesh si allarga

SUSTINENTE Due anni di lavoro il cui risultato è una struttura moderna e accogliente, in grado di accogliere fino a 150 studentesse: la missione del sacerdote sustinentese Dino Giacominelli in Bangladesh si arricchisce di un nuovo ostello, che ospiterà le giovani – tutte provenienti da famiglie tra le più povere della zona – che studiano nella scuola coordinata dallo stesso missionario e dalle suore Rndm (dette anche Figlie di Nostra Signora delle Missioni). Un ulteriore tassello che il sacerdote mantovano aggiunge in una attività di missione che va avanti da oltre trent’anni, di cui 24 a Bonpara e ora, da cinque anni, a Natore, entrambe località poste a oltre 200 chilometri dalla capitale bengalese Dacca.
L’inaugurazione della struttura – realizzata grazie a fondi dell’8 per mille trasferiti in Bangladesh dalla Conferenza Episcopale Italiana – è avvenuta alcuni giorni fa alla presenza di Mons. Gervas Rozario, Vescovo della diocesi di Rajshahi di cui Natore fa parte: accoglierà 150 ragazze, provenienti da diverse diocesi, che vivranno nella struttura undici mesi all’anno e studieranno nella vicina scuola della missione. L’aspetto dell’educazione scolastica, come elemento di integrazione e convivenza pacifica tra religioni è uno degli aspetti su cui Padre Dino ha sempre insistito: dopo 24 anni a Bonpara, nella nuova missione di Natore ha dato vita al centro di dialogo San Fabrizio dove, insieme alle suore Rndm, gestisce sia gli ostelli (per bimbi e ragazzi provenienti dalle famiglie più povere) oltre alla scuola che, in un paese a stragrande maggioranza musulmana, è aperta a tutti, cristiani, musulmani, indù, pagani e altri ancora. Ora il nuovo ostello – dedicato a Santa Silvia che, per una coincidenza, è anche il nome della madre di Padre Dino – va a inserirsi in un’attività che prosegue febbrile e che non ha conosciuto interruzioni nemmeno dopo il clima di tensione seguito agli attentati terroristici dell’Isis a Dacca (e in cui morirono diversi cittadini italiani): la situazione è sempre monitorata – spiega Padre Dino – e infatti la Polizia resta a guardia della missione, ma dopo tre anni la situazione sembra più distesa.