Processo Pesci: la sentenza finale

MANTOVA – Nove sentenze confermate, cinque da rito ordinario e quattro da rito abbreviato, e altre quattro annullate con rinvio in corte d’Appello; una di queste sentenze annullate era un’assoluzione da una condanna in primo grado a 10 ani di carcere. Questa la decisione dei giudici della Corte di Cassazione nell’udienza di martedì scorso per il processo Pesci sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Mantovano. Una sentenza che ha confermato una volta per tutte che la criminalità organizzata calabrese aveva messo radici nel tessuto socio-economico della nostra provincia, e che ha anche confermato una volta per tutte che  Nicolino Grande Aracri era il bosso di questa organizzazione che si era annidata nel Mantovano, e che deve scontare una pena di 20 anni e 8 mesi di reclusione. Condanne confermate ed ora divenute esecutive anche per  Antonio Rocca (17 anni e 8 mesi), sua moglie  Deanna Bignardi (5 anni, 4 mesi e 20 giorni), loro figlio  Salvatore Rocca (un anno e 20 giorni),  Giuseppe Loprete (16 anni e 6 mesi). I giudici della Corte Suprema hanno accolto i ricorsi della Dda di Brescia nei confronti di  Alfonso Bonaccio,  Giacomo Marchio,  Ennio Silipo e  Danilo Silipo. Bonaccio, che era stato assolto in appello dopo la condanna a 10 anni in primo grado, dovrà affrontare un nuovo processo in appello. Nuovo processo anche per Marchio condannato a due anni per favoreggiamento; i giudici dovranno valutare per lui l’aggravante dell’agevolazione dell’associazione mafiosa. Aggravante che potrebbe invece cadere nel nuovo processo a carico dei Silipo. Confermate infine le sentenze da rito abbreviato per  Francesco Lamanna,  Alfonso Martino e i due collaboratori di giustizia  Paolo Signifredi e  Salvatore Muto.