MANTOVA Poche novità: ancora freddo con gelo notturno, cieli sereni, qualche banco di nebbia. In pratica, gennaio continuerà a fare il tifo per l’inverno. Mandata in archivio la prima irruzione gelida dell’anno – che nel veronese ha portato temperature minime fino a -7° ai confini con il Polesin – anche nei prossimi giorni il tempo rimarrà di stampo schiettamente invernale sebbene abbastanza soleggiato. Da oggi a mercoledì si allenterà magari il gelo notturno (anche ieri siamo scesi in pianura sotto i -5°), ma il clima resterà piuttosto rigido.
Tra mercoledì e giovedì saremo poi interessati da un’altra irruzione di aria fredda, in parte continentale, che farà precipitare di nuovo le temperature di alcuni gradi, con la previsione di gelate intense tra venerdì e domenica prossima.
In Paese sarà ancora diviso in due: sulle Alpi e in Valpadana, ma pure sulle regioni tirreniche, il clima rimarrà gelido ma secco. Sulle regioni adriatiche dall’Abruzzo alla Puglia tornerà molta instabilità con rovesci nevosi a quote molto basse, se non in riva al mare. Questo perché nell’attraversare l’Adriatico le correnti fredde balcaniche si arricchiscono di vapore acqueo che viene poi scaricato sotto forma di nevicate abbondanti sulla terraferma. In Valpadana ciò non può accadere perché le correnti che provengono da Nordest si presentano molto secche, non attraversando alcuno specchio d’acqua.
A seguire l’alta pressione non mollerà la presa tanto facilmente. Rimarrà localizzata ostinatamente ad ovest dell’Europa e ciò non consentirà alle perturbazioni di avanzare verso di noi. La previsione a medio e lungo termiche è quindi quella di un comportamento meteo fotocopia almeno fino alla metà del mese se non oltre, con frequenti occasioni per l’arrivo del vento di phoen, in parte mite ma molto secco, specie nell’alta Valpadana occidentale, meno nel veronese. È una situazione che desta preoccupazione sia per il rischio incendi sulle Prealpi sia perché allontana la neve dalle montagne anche a lungo termine, disseccando ulteriormente i terreni. Niente da fare, insomma, sia per la pioggia che per la neve per almeno una decina di giorni.
A questo fattore si aggiunge il nuovo peggioramento della qualità dall’aria per l’assenza di precipitazioni e di vento: le polveri sottili sono tornate su valori piuttosto elevati, tra 70 e 90 microgrammi per metro cubo contro di media giornaliera contro i 50 previsti dalla normativa. Una certa attenuazione interverrà solo dalla metà della settimana, ma si tratterà di una tregua di due o tre giorni al massimo.
L’attuale gennaio ricorda molto quello di due anni fa, secco ma al momento più freddo di quello attuale, con minime scese fino a -9° nelle campagne mantovane e fino a -6° in città, tanto che i laghi cittadini gelarono sulle rive in più punti. Temperature tanto basse in questo mese non si registravano dal 2000. In ordine di tempo la temperatura più bassa degli ultimi anni risale però al dicembre 2009, quando sul suolo innevato del mantovano si raggiunsero valori compresi tra 14 e 15 gradi sotto zero.
Alessandro Azzoni