S.Ambrogio Incassare quattro gol dà sempre fastidio, ma il risultato non inganni: tenuto conto dei pochi giorni di preparazione effettuati (solo un paio) e della differenza di categoria (avversaria in odore di ripescaggio in D), il 4-0 con cui l’Ambrosiana ha battuto il Suzzara racconta ben poco del reale valore delle zebre. Anzi, specialmente nel primo tempo i bianconeri hanno difettato forse un po’ troppo di cinismo (potendo inoltre recriminare per qualche episodio), altrimenti sarebbero riusciti a creare qualche grattacapo in più ai padroni di casa.
Quasi certamente non ci si poteva aspettare molto di più, ieri, dalla squadra di Bizzoccoli, rimaneggiata e ancora in rodaggio: senza Vezzani (acciaccato) e Manuel Dondi, assente per impegni di lavoro, mancava proprio parte della dorsale centrale.
Scendendo nei dettagli del match, giocato in Valpolicella, i rossoneri passano in vantaggio con Chesini al 6’. Al 25’ Akinbinu, lanciato a rete, viene fermato con le cattive da un difensore veronese, l’arbitro lascia correre. Al 26’ Terragin avrebbe la grande chance di pareggiare, rendendosi pericolosissimo con un’azione solitaria, stoppata solamente da una grande risposta del portiere veneto. A raddoppiare, però, al 38’ è Arvia, che fa centro con un gran tiro da fuori area. Subito dopo ci prova Terragin, di nuovo, ma il centravanti delle zebre spreca davanti alla porta. Nella ripresa girandola di cambi, le zebre “scendono d’età” con l’ingresso di molte quote e i veronesi, con due settimane di preparazione nelle gambe, escono alla distanza triplicando con Yatsina al 70’ e segnando il poker con D’Auria al 90’.
«Abbiamo giocato una gara intensa con un team di due categorie superiori – ha detto il team manager delle zebre Marco Dalmaschio -, ma è ovvio che ci sia da lavorare. La prestazione tutto sommato c’è stata, però ancora tantissime cose vanno perfezionate, specialmente l’intesa tra i reparti. Inoltre mancavano anche alcuni giocatori importanti. Complessivamente possiamo ritenerlo un test utile nel nostro percorso». (l)