Calcio Serie D – Mantova, parla Aldrovandi: “La mia gioia si chiama Beatrice”

Simone Aldrovandi
Simone Aldrovandi

MANTOVA Strana la vita. In una delle fasi più drammatiche dell’era contemporanea, ti può regalare la gioia più grande. Lo sa bene  Simone Aldrovandi, il difensore del Mantova che lo scorso 14 aprile è diventato papà di  Beatrice ed ora ha occhi solo per lei. «No, anche per la mamma – precisa – . Cerco di farle da supporto, ci metto tutto l’impegno possibile. E finora me la cavo  (ride)».
 Come hai vissuto questi giorni?
«Tutta la mia quarantena, trascorsa a Carpi, è stata vissuta in funzione della nascita di Beatrice. Sono anche riuscito ad assistere al parto, è stata un’emozione forte e bellissima».
 Chi l’ha spuntata sulla scelta del nome? Qualche mese fa ci parlavi di una disputa tra te e la tua compagna…
«Ho vinto io! La mia compagna proponeva Sofia, ma l’ho convinta facendole notare che Beatrice inizia per B come lei, che si chiama Benedetta».
 Cosa ti hanno detto i tuoi compagni di squadra?
«Si sono tutti congratulati e li ringrazio. Con Giorgi, che ha provato l’esperienza qualche giorno prima di me, ci siamo scambiati qualche consiglio».
 Qual è il più prezioso che hai ricevuto?
«Quello di godermi il momento. Di trasformare in opportunità la fase storicamente negativa che stiamo vivendo».
 Secondo i tuoi piani la festa a fine aprile doveva essere doppia…
«Già. Eravamo tutti convinti di celebrare la promozione del Mantova. A dire il vero ci siamo sempre tenuti in allenamento, non si sa mai».
 Hai qualche speranza?
«Fino a qualche settimana fa sì. Ma i contagi non sono precipitati come tutti si auguravano ed ora mi sa che è a rischio pure la Serie A».
 Cosa ti aspetti?
«Che decidano una volta per tutte. Prima si mette fine a questa stagione e prima ci si può focalizzare sulla prossima. Anche se mi rendo conto che i nodi da sciogliere sono tanti».
 Che calcio ritroveremo alla ripartenza?
«Impoverito dal punto di vista economico. Con tanti imprenditori che giustamente daranno la precedenza alle loro attività e quindi faranno fatica a confermare i loro investimenti nel calcio. Anche per noi giocatori l’impatto non sarà dei più morbidi. Quelli della nostra categoria dovrebbero essere maggiormente tutelati».
 Torniamo al Mantova. Come definire questa annata?
«Personalmente sono orgoglioso di aver fatto parte di un gruppo fantastico. I 7 punti sul Fiorenzuola legittimano la promozione in C. Se la meritano la società, i tifosi ed anche noi giocatori».
 Sei qui da due stagioni e mezzo: possiamo considerarti un veterano del Mantova? Dopo Altinier ci sei tu…
«Beh, in effetti è così. Diciamo che ho vissuto la storia più recente del Mantova».
 Vivrai anche quella futura?
«Ci spero. Mi sono affezionato all’ambiente. Purtroppo, ora come ora, programmare è difficilissimo. Però, se mi venisse fatta una proposta, sarei felice di prenderla in considerazione».