MANTOVA – Si aprirà il prossimo 14 marzo davanti alla Corte d’Assise il processo per omicidio volontario pluriaggravato instaurato, a seguito di rinvio a giudizio immediato, nei confronti di Lorenzo Prandi, il 50enne di Ostiglia accusato di aver ammazzato a coltellate il padre Mario, 75 anni, lo scorso 14 luglio al culmine di una lite in casa per futili motivi. Sarà dunque in quel preciso frangente che i difensori dell’imputato presenteranno istanza di perizia psichiatrica per il proprio assistito. Come già anticipato un mese fa dalla Voce, infatti, la coppia di avvocati che assiste il parricida reo confesso sta infatti, attendendo la conclusione delle risultanze investigative dei Ris per raccogliere tutto il materiale probatorio necessario e affidare così l’incarico peritale ad un consulente, già individuato in uno specialista in psichiatria di Firenze. Bocciata invece da una recente sentenza della Corte Costituzionale la paventata ipotesi di poter richiedere il giudizio con rito abbreviato, negata in via definita dalla Consulta, per il caso di omicidi perpetrati in ambito familiare da congiunti stretti. La tragedia si era consumata nella tarda serata del 14 luglio quando, dopo le 23, una telefonata al 118 da parte dello stesso assassino aveva fatto scattare l’allarme. All’arrivo di sanitari e carabinieri nell’appartamento di via Colombo 9 però, in cui padre e figlio convivevano da circa un anno, per l’anziano non c’era stato più nulla da fare. Troppo gravi le ferite riportate dalla vittima a torace e addome. Stando alla ricostruzione il diverbio tra i due sarebbe sorto in merito al volume del televisore, ritenuto troppo alto dall’omicida il quale in preda ad un raptus aveva quindi afferrato un coltello da cucina e attinto il genitore, in quel momento seduto sul divano, con 4 fendenti, uccidendolo sul colpo. (loren)