PORTO MANTOVANO Crisi aperta e rischio commissariamento. Dopo il clamore seguito alla bocciatura del bilancio consuntivo, che ha fatto mancare i numeri alla maggioranza costringendo il sindaco Massimo Salvarani a sospendere la seduta, ieri è stato il giorno del silenzio, anche se c’è chi giura che le “diplomazie” siano al lavoro per un estremo tentativo di far votare il bilancio entro maggio per evitare lo scioglimento del consiglio. Come, al momento, non è dato a sapersi. La strada percorribile è però una solo: l’appoggio del consigliere di Vivere Porto Gianfranco Bettoni.
Lo abbiamo provato a chiedere al sindaco Salvarani, che però ha preferito non rilasciare dichiarazioni. «Preferisco non dire nulla al momento. Mi prendo due giorni di pausa», ci ha detto al telefono.
Da Pd e Porto Futura, gruppi che sostengono la maggioranza, il dito è puntato contro i tre consiglieri del gruppo misto – Roberto Mari, Valentina Tomirotti e Vittorio Rescigno – che non approvando il bilancio hanno mandato sotto la maggioranza. «Francamente non comprendiamo tutto questo strepito e men che meno gli attacchi – segnala Mari -. È dall’agosto 2022 che avevamo formalizzato la nostra posizione. Per non trovarci in questa situazione avevamo sottoposto 12 punti alla maggioranza, così da rivedere l’iter amministrativo e poter terminare la legislatura, ma non ne hanno voluto sapere».
Per meglio chiarire le ragioni della rottura, i consiglieri del Misto hanno diffuso una nota: “Da mesi la ‘stampella’ di Vivere Porto ha fornito assist di sopravvivenza che non hanno portato, ad oggi, ad una permanenza forte, ma si è sempre mostrata come una danza di richieste politiche in backstage sortite e disattese. La nostra uscita dalla maggioranza è stata dipinta come uno scandalo, ma in quanti si sono fatti domande sul perché siamo arrivati a questo? Abbiamo assistito a quattro anni di decisioni a senso unico mascherate da programma elettorale, zero collegialità e silenzi; anni in cui le nostre proposte sono sempre passate come pugnalate, mentre servivano a far luce su problemi esistenti che ancora oggi i cittadini vivono e a spronare la giunta ad un cambio di passo. Nulla. Non è un modus operandi democratico e accettabile”.
Ma per gli ormai ex componenti della maggioranza, il culmine della discordia si è toccato proprio giovedì scorso. “Ci chiedevano di approvare un bilancio di 750 pagine zeppe di tecnicismi, che in nessun modo sarebbero arrivati ad essere assimilati dalla cittadinanza. La materia è complicata di suo, le tempistiche non aiutano, ma la scelta di fare una relazione comprensibile c’era. L’assessore Alberto Massara ha riassunto il tutto in dieci minuti di esposizione, rimanendo sempre sul tecnico e mettendo in luce qualche titubanza anche dopo l’intervento della consigliera Renata Facchini sulla questione ‘alienazione Csi’, altro grandissimo problema strutturale che questa maggioranza non ha saputo (o voluto) gestire. Ma anche in questo caso gli assessori hanno tirato dritto. Più volte abbiamo chiesto un bilancio partecipato o almeno una commissione bilancio, sempre bocciate con scuse che solo a Porto Mantovano possono stare in piedi”.
Matteo Vincenzi