MANTOVA Liliana Segre è cittadina mantovana. Il consiglio comunale si è pronunciato ieri sera sulla benemerenza proposta e promessa alla senatrice a vita dal sindaco Mattia Palazzi all’indomani della notizia che ha scandalizzato tutt’Italia: una donna di 90 anni, tra le pochissime sopravvissute ai campi di concentramento, era stata minacciata sui social network al punto da doversi ricorrere all’assegnazione della scorta.
Un atto dovuto, non contrastato nel merito, ma molto combattuto nella forma dietro un intervento polemico del consigliere pentastellato Tommaso Tonelli. Il quale, anche nella propria veste di vice presidente del consiglio, ha sottolineato come un’attribuzione che avrebbe dovuto essere incontrastata, ha invece messo sull’iniziativa il «il bollino del Pd». Una polemica sotto la cenere che ha covato in consiglio per oltre due ore, suscitando le reazioni sdegnate prima del capogruppo dem Giovanni Pasetti, poi del capogruppo della Lista gialla Davide Provenzano, e quindi anche del sindaco Palazzi, che ha addirittura bollato come «vergognosa» l’illazione.
Il tutto muove dalla motivazione letta in delibera dal presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, che ha ricapitolato la vicenda come iniziativa promossa dal sindaco e documentata da un’istanza firmata da Francesco Rossi a nome del gruppo Pd. Per la senatrice Segre, 90enne, numero di tatuaggio sul braccio 75190, non dovrebbe esserci diritto di prelazione per assegnare una cittadinanza onoraria che ormai molti comuni stanno per tributarle. E proprio questo, infatti, è stato l’argomento piccato del sindaco in replica a Tonelli: «Lunedì anche il sindaco Appendino conferirà a Torino la stessa benemerenza, e parlo di un sindaco del suo stesso partito. Qui nessuno tira nessuno per la giacca, ma si vuole solo contrastare un crescendo di odio. Per questo il 1o dicembre io sarò a Milano, dove molti sindaci di tutte le parti politiche, manifesteranno contro l’odio e contro il razzismo. L’inquinamento dei pozzi che si sta attuando è una urgenza per questo paese che va assolutamente contrastata».
Il seguito del dibattito, cui in molti hanno preso parte, nell’unità di intenti di assegnare comunque alla Segre la cittadinanza virgiliana, ha registrato alcune proposte, fra cui quella di Pier Luigi Baschieri (Fi) di conferirla anche alla deportata mantovana Iolanda Dugoni, e di Catia Badalucco (Fd’I) di fare altrettanto con l’esule giuliana Egea Haffner.
In conclusione, un emendamento avanzato dallo stesso Tonelli per togliere dalla delibera il “marchio Pd”, è stato completamente cassato con voto unanime dell’assemblea. Altrettanto unanime quello per il conferimento che fa di Liliana Segre una benemerita cittadina mantovana.
Il consiglio ha infine chiuso i lavori con la deliberazione delle ultime variazioni al bilancio 2019, che di legge dovevano essere votate entro novembre.