MANTOVA – Vari gradi di giudizio affrontati, molte spese di assistenza legale, infine, tutte assoluzioni. Questo il preambolo della richiesta che l’ex sindaco di Mantova Nicola Sodano ha inoltrato al Comune, al fine di essere risarcito per le spese da lui stesso sostenute personalmente durante l’odissea giudiziaria che lo ha visto protagonista nell’ultimo anno di mandato amministrativo in via Roma. E questo, in base alla legislazione e al regolamento, darebbe a lui materia per essere risarcito, in quanto tali costi risultano onorati durante l’esercizio delle proprie funzioni pubbliche.
Insomma, lo stesso analogo risarcimento di cui ha usufruito – quantomeno parzialmente – il sindaco in carica Mattia Palazzi, durante le note traversie giudiziarie del dicembre 2017. Ma Sodano non ci sta a rimetterci un sacco di soldi. I circa 30mila euro da lui già percepiti dal Comune come risarcimento non sarebbero nemmeno la metà di quelli effettivamente da lui spesi. Da qui l’ulteriore richiesta al Comune culminata con una causa avanti al Tribunale di Mantova.
La richiesta a conguaglio dell’ex sindaco è stata quantificata dai suoi legali in 36.906,67 euro a titolo di rimborso delle spese legali sostenute fra il 2015 e l’assoluzione definitiva, per difendersi nel processo di collusione con associazioni malavitose, corruzione e peculato (accuse tutte o decadute o smentite dalle sentenze). Lo stesso Sodano, per l’effetto, chiede adesso la condanna dell Comune a riconoscergli il pagamento della somma residuale.
Via Roma però non ci sta, e fa opposizione in giudizio affidando l’incarico legale all’avvocato Ezio Zani. Un argomento di natura deontologica impedisce che a occuparsi della causa sia l’ufficio legale interno, in quanto, come motivato da una delibera di giunta, poiché la causa promossa da Sodano attiene a giudizi penali in cui il medesimo era imputato e che, pertanto, per la difesa del Comune il legale dell’ente dovrà esserne informato, tali aspetti creerebbero manifeste interferenze col giudizio civile.