Palazzi superstar. E il centrodestra in surplace. Aumenta la popolarità del primo cittadino

MANTOVA- Pochi mesi alla scadenza della fine del mandato, e già le macchine elettorali dei poli principali si stanno muovendo. Talune con forze proprie, altre anche con l’ausilio di “termometri” utili a impostare le linee della competizione. Questo il caso dello staff del sindaco uscente  Mattia Palazzi che ha incaricato l’istituto Piepoli di effettuare indagini demoscopiche su 600 cittadini di varia estrazione culturale e sociale, oltre che di varia localizzazione nella geografia cittadina. I risultati sono sorprendenti in tal senso, soprattutto per quanto riguarda il grado di popolarità del primo cittadino, che ha confermato la propria disponibilità a ricandidarsi in primavera. Praticamente, solo 3 persone su 100 in diritto di voto non lo conoscono. Per il resto la sua popolarità è a copertura pressoché totale.
Più che lusinghiero il giudizio sul suo operato, che gli accredita apprezzamenti in una misura “bulgara”: addirittura al 79 percentuale. Ma il dato che forse fa più clamore, in base alle rilevazioni, è quello afferente alle intenzioni di voto sul candidato, che passano di gran lunga la percentuale dei voti organici alla sua coalizione di centrosinistra. Mentre infatti il serbatoio di Pd, Lista Gialla, Psi, Si e altre civiche assicurano un potenziale serbatoio di voti del 42% (cifra ormai stratificata nei decenni), le intenzioni di voto sul candidato specifico gli attribuiscono un 60,4% di preferenze. Come dire che il valore aggiunto di Palazzi sul suo stesso centrosinistra è del 18,2 percentuale.
Certo questo elemento dovrebbe essere valutato dal fronte opposto del centrodestra, che a tutt’oggi sembra ancora indeciso sul proprio candidato; il quale, a prescindere che sia il filoleghista  Stefano Rossi o il forzista  Nicola Sodano, o il fratello d’Italia  Alessandro Beduschi, dovrà fare i conti con una popolarità dell’avversario consolidata e con una macchina elettorale ormai già avviata e mitriata di ufficialità. Ma a un centrodestra che decide i propri candidati allo scadere del tempo utile per presentare le liste sono ormai tutti abituati.