MANTOVA – Oltre 25mila controlli su attività (14.344 dei quali in allevamenti) e oltre 800mila accertamenti per la presenza di patologie animali, dalla West Nile all’aviaria, dalla peste suina alla salmonellosi; più di 500 verifiche nelle attività riconosciute (macelli, sezionamenti carni) ed un numero di capi macellati che si avvicina ai 17 milioni; 717 criticità riscontrate e 545 sanzioni irrogate, per un totale di circa 725.000 euro. È il bilancio delle attività effettuate dal Dipartimento Veterinario e Sicurezza Alimenti di Origine Animale di Ats della Val Padana nel 2022. Quest’attività è stata possibile grazie al lavoro di 167 tra veterinari e tecnici della prevenzione nelle province di Cremona e Mantova dove sono presenti quasi 8mila allevamenti (bovini, suini, avicoli, ovicaprini, equini) per un totale di 14 milioni di capi. “Il 2022 è stato sicuramente un anno di intensa attività che ha visto sovrapporsi, alla normale routine degli uffici, interventi di emergenza (aviaria) e di mantenimento del controllo di alcune situazioni ereditate dalla pandemia, come le verifiche sull’allevamento di visoni – afferma Maurilio Giorgi (nella foto), direttore del Dipartimento Veterinario e Sicurezza Alimenti di Origine Animale di Ats Val Padana -. Ci siamo concentrati sullo stato sanitario territoriale con una forte attenzione alla produzione e trasformazione degli alimenti, in particolare sul versante dell’export”. Nel Piano Pandemico 2021 – 2023 di Ats è stata inoltre inserita l’attività del Dipartimento One Health per l’apporto di informazioni su monitoraggi e controlli effettuati nelle popolazioni di animali selvatici. “Il progetto Spillover, che ha l’obiettivo di indagare il ruolo epidemiologico della fauna selvatica – spiega Vincenzo Traldi, direttore di One Health -, in particolare sulle zecche ma sarebbe utile monitorare l’eventuale presenza di patogeni virali emergenti ad esempio nelle popolazioni di chirotteri (pipistrelli) e ricci”.