Mantova. Gioie esaltanti e delusioni cocenti, grandi
affermazioni e futili incomprensioni hanno segnato la vita di
W. A. Mozart (1756-1791), costantemente in lotta per
affermarsi come artista e come uomo libero di esprimersi
compiutamente. Un destino di contrasti di cui lo scrittore
Sandro Cappelletto ha offerto un illuminante rievocazione in
occasione dell’appuntamento di giovedì alla Sala delle
Capriate, per gli "Aperitivi d'Arte" di Oficina OCM,
focalizzando l’attenzione su quanto accadde la sera del 12
febbraio 1785 a Vienna nella lussuosa residenza di Mozart.
Un momento di autentica felicità per Wolfgang Amadeus, da
pochi mesi padre di un bambino, che, con la moglie
Costanza, accolse il padre Leopold, i baroni Bartholomäus e
Anton von Tinti, e Franz Joseph Haydn. Evento culminato
con l’esecuzione di tre dei sei quartetti che Mozart dedicò e
affidò come “propri figli” proprio al grande maestro,
ottenendone un entusiastico riconoscimento. Fra i brani
eseguiti, ci fu quel Quartetto n. 19 in do magg. K.465 che
successivamente, fino a epoche relativamente recenti,
procurò a Mozart una marea di polemiche e avversità da gran
parte dei critici e dei musicisti dell’epoca (non di Haydn che
si rese conto del valore innovativo dell’opera), che giunsero
persino ad accusarlo di incompetenza. Pietra dello scandalo,
l’innovativa audacia rappresentata dalle prime battute
dell’Andante iniziale della composizione: arditezze tali da
farle meritare l’appellativo di “Quartetto delle dissonanze”.
Si tratta di due minuti di ambigui rapporti armonici che
tolgono punti di riferimento, creano grande tensione fino
all’enunciazione del primo tema che riporta al clima della
classica luminosità mozartiana. Elementi esibiti con chiarezza
grazie alla progressiva presentazione delle singole parti
proposta dal QuartettOCMantova, costituito da Luca Braga e
Pierantonio Cazzulani, violini, Klaus Manfrini, viola, Paolo
Perrucchetti, violoncello, apprezzato protagonista della
successiva, sensibile interpretazione dell’intero brano. Un
percorso dal caos all’ordine, dalle tenebre alla luce, come ha
sottolineato Cappelletto facendo presente come la “notte più
felice” di Mozart si sia trasformata in un boomerang dando
origine a un prolungato, immeritato ostracismo nei confronti
di questo esempio emblematico della sua modernità. Ecco,
dunque, l’eterno dilemma su quanto l’artista sia tenuto ad
adeguarsi ai canoni del suo tempo: interrogativo a cui Sandro
Cappelletto ha risposto facendo presente che il vero artista ci
chiede sempre uno sforzo per aderire al suo sguardo aperto al
futuro. Significativo il bis costituito dall’esecuzione
dell’Andante dal Quartetto n. 9 in do magg. op. 59 n. 3 di L.
v. Beethoven, opera del 1808 che richiama l’esperienza
mozartiana con il suo inizio basato su accordi dissonanti e
ampie zone di sospensione. L’entusiastica l’accoglienza del
pubblico suggella il successo di questo evento di apertura
della quinta edizione di “AmaDeus exMantova”, la rassegna
prodotta dal 2020 da Oficina OCM per ricordare, ogni anno,
il soggiorno di Wolfgang Amadeus Mozart e del padre
Leopold a Mantova tra il 10 e il 20 gennaio 1770. Una
memoria preziosa e indelebile a cui Mantova è
orgogliosamente legata grazie anche al memorabile concerto
che il quasi quattordicenne Wolfgang tenne il 16 gennaio al
Teatro Bibiena dando prova del suo straordinario talento.