MANTOVA Doppio debutto per Michele Mariotti, direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, chiamato per la prima volta al Festival d’Aix-en-Provence e che interpreta per la prima volta Moïse et Pharaon. Il capolavoro rossiniano, adattamento al grand-opéra francese del Mosè in Egitto, non era mai stato messo in scena nella lunga storia del Festival ed è in programma a partire da giovedì 7 luglio fino a mercoledì 20 luglio.
Lo spettacolo viene proposto in un nuovo allestimento del regista tedesco Tobias Kratzer. Mariotti è alla guida dell’Orchestra e del Coro dell’Opera di Lione e di un cast che vede protagonisti Michele Pertusi e Adrian Sâmpetrean rispettivamente nelle parti di Moïse e di Pharaon, Jeanine De Bique nei panni di Anaï, Pene Pati come Aménophis e Vasilisa Berzhanskaya come Sinaïde.
Moïse et Pharaon, su libretto di Luigi Balocchi ed Étienne de Jouy, entrerà a far parte di uno dei capitoli rossiniani della prestigiosa manifestazione della Provenza fondata nel 1948 da Gabriel Dussurget e dalla contessa Lily Pastré. Rossini torna infatti a essere uno dei protagonisti in questa edizione della kermesse dove fin dagli anni ‘50 sono state messe in scena opere buffe, opere serie e brani religiosi del compositore di Pesaro.
«Scrivendo il Mosè in Egitto – dice Mariotti – Rossini volle scandalizzare l’opinione pubblica con quel terrificante inizio al buio che avvolse l’Egitto per giorni, mentre con il Moïse et Pharaon abbandona questa tensione teatrale in favore di una maggior coralità e religiosità. È un’opera politica in cui sono profondamente tratteggiate le enormi differenze culturali e religiose tra ebrei ed egiziani. Tutte le musiche che accompagnano il popolo ebreo sono struggenti: un misto di tragico sorriso e disincanto, con continui mutamenti armonici che determinano un fluttuare di stati d’animo contrastanti. Il tutto incentrato nel personaggio di Anaï, tormentata tra l’amore per il nemico Aménophis e i doveri legati alle sue appartenenze religiose. Ogni situazione musicale relativa al mondo egiziano trova nell’incalzante impulso ritmico la sua cifra identificativa. Le tre danze presenti in partitura, che il regista Tobias Kratzer giustamente interpreta come parti integranti del dramma, saranno un’ulteriore intensificazione e prosecuzione di quest’ultimo e non un’esibizione a sé stante. È un’opera che si avvale di concertati magnifici, che hanno nella lancinante preghiera il loro culmine musicale».
Il cast è completato da Mert Süngü (Eliézer), Géraldine Chauvet (Marie), Edwin Crossley-Mercer (Osiride, Una voce misteriosa), Alessandro Luciano (Aufide). Inoltre sono impegnati Rainer Sellmaier per la realizzazione delle scene e per i costumi e Bernd Purkrabek per le luci. Le coreografie sono firmate da Jeroen Verbruggen. Il Coro è preparato da Richard Wilberforce.
Lo spettacolo, co-prodotto con l’Opéra national de Lyon e il Teatro Real di Madrid, sarà in replica sempre al Théâtre de l’Archevêché il 9, 12, 14, 16 e 20 luglio. Le recite del 12 e 14 luglio saranno trasmesse in diretta rispettivamente su ARTE Concert e France Musique a partire dalle ore 21:30.