L’Ue boccia il depuratore del Garda, ma il parere non è vincolante

depuratore

ALTO MANTOVANO – Il nuovo depuratore del Garda, quello che dovrebbe essere realizzato nella zona tra Montichiari e Gavardo e che coinvolge anche una parte dell’Alto mantovano, non “non soddisfa i requisiti di trattamento delle acque reflue”. A dirlo, questa volta, non sono i sindaci, che già avevano dato considerato il proteggo azzardato e troppo impattante per il territorio e l’ambiente, e nemmeno i comitati cittadini sorti per constrastare il progetto. Ad esprimere il propri dissenso sulla realizzazione di tale opera sul Chiese è direttamente la Commissione europea che, rispondendo a un’interrogazione, ha bocciato il collettore. Il commissario europeo per l’Ambiente  Virginijus Sinkevicius , rispondendo alla domanda della Verde  Eleonora Evi . L’europarlamentare lituano, infatti ha affermato che “lo smaltimento fognario è disciplinato dalla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. I dati comunicati dall’Italia indicano che Gavardo e Montichiari non soddisfano i requisiti di trattamento. In linea con gli obiettivi della Ue in materia di inquinamento zero, sono necessari investimenti negli impianti di trattamento per ridurre i livelli di inquinamento individuati. Ai sensi della direttiva – prosegue – quadro sulle acque, tutti i corpi idrici superficiali avrebbero dovuto raggiungere un buono stato ecologico e chimico entro il 2015, con deroghe limitate fino al 2027. Secondo le informazioni riportate nel secondo piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po – sottolinea il commissario europeo – la parte occidentale del lago di Garda presenta uno stato ecologico e chimico scarso. Lo stato chimico del fiume Chiese risulta buono, mentre il suo stato ecologico varia da buono a sufficiente, a seconda della zona”. In sintesi occorre, ora, che Chiese e Garda raggiungano un buono stato entro il 2027.  Virginijus Sinkevicius non parla, però. di acque reflue vanno smaltite nel medesimo bacino idrografico in cui vengono prodotte, ma evidenzia comunque l’insufficienza degli impianti previsti nel progetto del Garda. Ma il parere negativo della Ue, seppur rappresenti una netta posizione sul futuro depuratore delle acque reflue del Garda, non è vincolante alla sua realizzazione. Questo significa che l’Unione è comunque non può impedire la costruzione del depuratore secondo le modalità decise dal Commissario straordinario e dal prefetto di Brescia. C’è da dire, però, che anche se il dissenso da parte di Bruxelles non è vincolante, è anche verp che alquanto autorevole e quindi potrebbe, comunque, creare non pochi problemi al progetto. La palla, a questo punto, passa nelle mani delle autorità bresciane.