MANTOVCA Norme anti Covid sempre rispettate e assembramenti evitati con controlli severi da parte di steward appositamenti istruiti, ma questo non basta. Per loro, per quelli del luna park il lockdown non è mai terminato. Alcune amministrazioni comunali, a fronte di molte altre invece magari anche a pochi chilometri di distanza, stanno annullando diverse feste patronali che contemplano la presenza delle giostre. Un esempio tra i tanti è quello che è accaduto ad Acquanegra in questi giorni dove, secondo le dichiarazioni dei rappresentanti del Movimento giostre Lombardia, in un primo momento il sindaco Monica De Pieri avrebbe dato il permesso all’insediamento del luna park durante la tradizionale festa patronale e poi, dopo che gli operatori avevano installato buona parte delle giostre, il primo cittadino avrebbe cambiato idea ritirando il permesso e chiedendo agli stessi di lasciare il paese. «Siamo delusi ma anche arrabbiati con quello che sta accadendo nei nostri confronti e che purtroppo ci sta danneggiando in modo esponenziale a livello economico – spiega Nadir Franchini , uno dei portavoce del movimento -. L’accanimento che ha dimostrato il sindaco di Acquanegra è solo uno dei tanti che in questo periodo post Covid stiamo vivendo. A fronte di diversi sindaci che ci hanno accolto e che ci aspettano senza temere che il nostro arrivo sia sinonimo di “untori” e mi riferisco a Medole, Guidizzolo, Castiglione, Ceresara, Marcaria, Bozzolo e tra pochi giorni a Campitello, ci sono primi cittadini che ci vietano l’ingresso e quindi di poter lavorare come, oltre Acquanegra, Castel Goffredo e Canneto. Noi siamo una delle poche categorie che non chiede soldi a nessuno m vogliamo solo lavorare, tenuto conto che il luna park è un’attività di cultura e spettacolo popolare che si svolge in piena sicurezza, nel rispetto delle linee guida nazionali e degli specifici protocolli approvati dall’autorità sanitaria». Tasse e fornitori da pagare, famiglie da mantenere e dipendenti da stipendiare, le rimostranze degli operatori del settore non si placano e chiedono di essere trattati come i vari decreti legge emanati dal Governo dicono di fare.
«Noi abbiamo allestito un luna park a Bergamo, una delle zone più colpite nei mesi scorsi dal Coronavirus, che è durato ben cinque settimane con la presenza di 45 attrattive e non è accaduto nulla, non ci sono stati focolai di positivi come invece è accaduto in altri ambiti – ha spiegato un collega di Franchini, Raul Innocenti -. Senza dimenticare che a noi la legge italiana ha riconoscimento la “funzione sociale” dai sindaci adducendo motivazioni generiche relative all’epidemia in atto, nonostante un parco divertimenti temporaneo non sia mai stato luogo di contagio, grazie alla professionalità dei gestori e all’attuazione delle linee guida e dei protocolli approvati localmente. Il 22 ottobre andremo a Roma a manifestare pacificamente per cercare di ottenere quello che in nostro diritto avere, la possibilità di lavorare».