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Una delle riserve naturali gestite dal Corpo Forestale è il Bosco della Fontana, antico campo di caccia della famiglia Gonzaga, a pochi chilometri da Mantova, nel territorio di Marmirolo. La tenuta si estende per circa 233 ettari nel parco regionale del Mincio ed è ricca di svariate varietà faunistiche oltre a vantare la presenza dello storico edificio della palazzina gonzaghesca, costruita nel XVI secolo dall’architetto cremonese Giuseppe Dattaro poi portata a termine da un altro architetto cremonese, Antonio Maria Viani, su commissione del duca Vincenzo I Gonzaga. 

Dalla sua istituzione, il 15 ottobre di cento novantotto anni fa, il Corpo Forestale dello Stato negli ultimi anni ha passato e sta passando diverse traversie. La sua storia parte da lontano dalle “Regie patenti” di Carlo Felice di Savoia che ha costituito l’Amministrazione forestale per la custodia e la tutela dei boschi. All’indomani del Congresso di Vienna, infatti, il Piemonte dei Savoia e la Lombardia degli austriaci sono stati i primi stati a legiferare in materia. È stato poi il re Carlo Alberto a riorganizzare su base territoriale l’Amministrazione forestale piemontese, nel 1833. A partire dalla proclamazione del Regno d’Italia, nel 1861, è stato avviato il processo di unificazione della legislazione in materia forestale vigente negli Stati pre-unitari. Nel 1869 vede la luce la prima scuola per forestali a Vallombrosa, in provincia di Firenze, nella locale ex abbazia benedettina.

Nel 1877 viene emanata la prima legge che mette nero su bianco le regole per l’utilizzo del legname, delle foreste e le opere consentite sui terreni collinari e montani. Il 2 giugno del 1910, con la legge n. 277, la cosiddetta legge “Luzzatti”, viene riorganizzato il Corpo Reale delle Foreste diviso in 10 grandi dipartimenti con l’impiego di circa 3.000 dipendenti sul territorio nazionale e contemporaneamente viene dato impulso all’acquisto di boschi e terreni per la costituzione del demanio forestale. Per la prima volta, nel 1923, si parla nei codici di “rischio idrogeologico”, con la Forestale in prima fila a protezione del territorio. 

Il Corpo Reale viene sciolto nel 1926 e sostituito dalla Milizia Nazionale Forestale istituita il 16 maggio dello stesso anno, corpo armato dello Stato, composto da militari con la qualifica di polizia giudiziaria, dipendente direttamente da Mussolini come corpo armato e dal Ministro dell’economia nazionale per le funzioni tecniche e di sorveglianza ambientale. Il battesimo del fuoco per il Corpo avviene sul fronte somalo della campagna italo-etiopica del 9135-36, mentre nella Seconda guerra mondiale è impegnato sul fronte occidentale, su quello albanese e su quello russo. Nel 1942 una milizia inviata a Stalingrado – l’unica unità italiana a partecipare alla battaglia – si è ritrovata isolata quando i sovietici hanno accerchiato la città sul Volga venendo totalmente annientata senza lasciare alcun superstite.

Dopo gli anni del fascismo, il 12 marzo del 1948, nasce ufficialmente il Corpo Forestale dello Stato che, dal 1981, è incluso tra le forze di polizia con compiti anche di protezione civile e dalla legge n. 349/8 del luglio 1986, istitutiva del Ministero dell’Ambiente, viene destinato alla difesa delle aree naturali. Fino alla legge Madia. Il 4 agosto del 2015 il Parlamento italiano approva infatti il decreto che prende il nome da Marianna Madia, allora ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (legge delega 7 agosto 2015, n. 124) che prevedeva all’art. 8 l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato in un’altra forza di polizia, trasferendo di fatto gran parte delle risorse all’Arma dei Carabinieri e generando così forti polemiche su tutto il territorio nazionale. La scorsa estate, però, la Corte europea ha bocciato l’Italia proprio sulla riforma Madia. Per recuperare, adesso l’intento è di scorporare i forestali dall’Arma e creare una moderna e più snella polizia ambientale, la Polfor, Polizia forestale, ambientale e agroalimentare. Quasi duecento anni di storia, eppure ancora in cerca di una collocazione definitiva.

Tiziana Pikler