Calcio dilettanti – Il Crl pensa al Piano B: “La Regione ci ascolti”

Giuseppe Baretti e Paola Rasori
Giuseppe Baretti e Paola Rasori

MANTOVA Crescono i contagi, la Regione ha chiuso venerdì notte l’attività del calcio dilettantistico, e le società giustamente protestano. Tantissime hanno fatto sentire la loro voce sui social: migliaia di euro investiti per la sicurezza, con l’acquisto di dpi, detergenti e modifiche alle strutture per rispettare i protocolli, ma è stato tutto inutile alla prima occasione è arrivato un nuovo stop. Un punto sostenuto anche dalla vicepresidente del Crl,  Paola Rasori, che esprime la sua solidarietà alle associate: «Dispiace non essere stati avvisati per tempo della volontà di chiudere – spiega – avremmo potuto confrontarci con la Regione per gestire la cosa nel modo più appropriato. Essere messi davanti al fatto compiuto non ci è sembrato corretto, lo abbiamo scoperto dai giornali e dalle agenzie. A questo punto, come ha detto il presidente Baretti, vogliamo un incontro urgente con la Regione, per capire cosa si prospetta nelle prossime settimane, per agire di conseguenza. Tutti sono per la tutela della salute, però abbiamo anche il dovere di dare delle risposte alle nostre associate». A questo punto, con una sospensione di almeno un mese (difficile tornare in campo in tre sole settimane senza nemmeno allenarsi), anche il format del campionato è a rischio. Il Crl, insomma, deve elaborare, comunque vada, un piano B. «Per quello non ci sono preclusioni di sorta – continua Rasori -, abbiamo pronte diverse soluzioni per portare a termine regolarmente il campionato, anche cambiando il format in corsa». Le soluzioni potrebbero contemplare la divisione dei gironi in due poule da 8 (andata e ritorno), oppure un girone di sola andata mantenendo l’attuale fisionomia dei raggruppamenti, più eventuali play off. Intanto, sulla piattaforma “change.org” monta la protesta delle società, che chiedono l’immediata riapertura delle competizioni. L’iniziativa è promossa da un gruppo di atleti e allenatori bergamaschi: sono già 16.000 le adesioni giunte in poche ore, anche dalla nostra provincia.