Psicosi Coronavirus. Supermercati presi d’assalto

MANTOVA Carrelli stracolmi di cibo e scaffali vuoti. E’ questa la fotografia scatta ieri in alcuni dei supermercati di Mantova e provincia. La gente è corsa a fare scorte di ogni genere alimentare, soprattutto scatolette e affini e comunque di cibo a lunga conservazione.
La paura di dovere affrontare una quarantena forzata si fa sempre più strada anche tra i virgiliani nonostante, almeno fino a ieri notte, non ci fossero registrati nel mantovano casi di infenzione da Coronavirus.
«E’ meglio portarsi avanti», dice uno dei tanti che sta aspettando in fila alla cassa dietro ad altre decine di persone.
Fanno scorta di tutto quello che è possibile acquistare ma soprattutto di generi che sono di prima necessità tra i quali acqua, uova, latte e pane.
«Sembra di essere tornati indietro nel tempo, durante la seconda guerra mondiale – racconta un anziano -. Quando si facevi la fila per un pò di farina o qualche uovo».
In un’ordinanza emanata dalla Regione Lombardia viene vietato qualsiasi tipo di assembramento e si chiede ai commercianti ed esercenti di chiudere, fino a nuovo ordine, le attività dopo le 18. Quante volte nei film, quelli classificati come “catastrofici”, si sono viste le persone correre a fare rifornimento in attesa dell’attacco di invasori venuti da un altro pianeta. Ecco, quelle scene sono le stessa viste ieri dentro a diversi supermercati.
In effetti la parte della Lombardia dove è stata istituita “la zona rossa”, Mantova è ancora nella “zona gialla”, i Comuni sono stati completamenti isolati dal resto della Regione, i residenti non possono uscire e nessuno può entrare.
«Non vogliamo correre il rischio di trovarci impreparati nel caso in cui ci chiudano in casa», dice una signora che sta caricando in macchina 10 chili di pane appena acquistato. Ma la corsa ai rifornimenti non si ferma al cibo. Prese d’assalto, infatti, anche le farmacie per fare incetta di mascherine e di igienizzanti per le mani. Già sabato le scorte, in effetti, erano state esaurite in tutte le farmacie cittadine e in quasi tutte quelle della provincia. «Abbiamo finito tutto in un solo giorno – ha raccontato una dottoressa -. La paura si fa sentire e le persone vogliono proteggersi al meglio. Dovrebbero, comunque, rifornirci già nei prossimi giorni sperando che la faccenda del contagio non si faccia troppo grave». Nel vademecum divulgato dal Ministero della salute si legge che basta lavarsi spesso le mani con l’acqua e che la mascherina, in luoghi ove il contagio non è in stato avanzato, non serve. Ma la paura non sente ragione tanto che c’è anche qualcuno che è disposto a pagare più di 100 euro per un flacone di Amuchina, questi i prezzi su Amazone, e altrettanto per una mascherina. Come detto la situazione nel mantovano non è così grave da dover fare scorte di alimenti e men che meno di mascherina, certo è che forse è meglio seguire la filosofia di chi dice: meglio essere previdenti che trovarsi impreparati. Tra i tanti, probabilmente, ci sarà anche qualcuno che avrà deciso di chiudersi in casa fino a quando l’emergenza sarà finita con la giusta necessità di scorte abbondanti di cibo. (s.)