MANTOVA Un’altra affettuosa testimonianza virgiliana su Gianluca Vialli viene da Sauro Frutti, mantovano d’adozione che fu compagno di squadra del compianto centravanti nella Cremonese, dal 1981 all’83. «Aveva 18 anni e venne aggregato in prima squadra da Mondonico – ricorda Frutti – . Ebbi subito la sensazione di trovarmi di fronte a un predestinato. Una forza della natura: già strutturato fisicamente e dotato di un grande talento. Ma soprattutto mi colpì la sua personalità, incredibile per un ragazzo della sua età: divertente, portato agli scherzi e alle battute, non ebbe la minima difficoltà ad integrarsi nello spogliatoio, anche con i giocatori più esperti e smaliziati. Il suo arrivo portò una ventata di sana gioventù». Frutti gli fece un po’ da chioccia: «Ricordo di avergli dato qualche consiglio su come anticipare l’avversario in area o saltare bene di testa. Lui ascoltava ed apprendeva. Ai tempi era più una seconda punta e qualche gol sui suoi assist l’ho fatto. Solo a Varese non mi passò la palla a porta sguarnita e sbagliò: quella volta gli tirai bonariamente le orecchie… Non ci siamo più incontrati e mi dispiace. Lo ricorderò sempre come un ragazzo solare, con quei riccioli che da soli mettevano di buon umore. La notizia della sua scomparsa mi ha colpito profondamente».