Calcio Serie C – De Francesco: “Mantova, non hai ancora fatto nulla”

Alberto De Francesco
Alberto De Francesco

MANTOVA I numeri non mentono: nelle 8 partite in cui Alberto De Francesco era assente o non è partito titolare, il Mantova ha vinto solo una volta, incamerando la miseria di 5 punti sui 24 disponibili. Come dire: se non è un elemento indispensabile, poco ci manca.
Non è così, Alberto?
«Coincidenze. Adesso più che mai l’importante è il lavoro di squadra. Mettere in pratica quel che vuole Mandorlini».
Quali corde ha toccato il mister?
«Ha inserito i suoi concetti, la sua idea di calcio. Noi lo stiamo seguendo e ci applicheremo in ogni allenamento e in ogni partita. Consapevoli che la strada è lunga e non abbiamo ancora fatto nulla».
Mandorlini ha agito anche a livello psicologico?
«Questo è un aspetto che per primi noi giocatori abbiamo affrontato. Il cambio di allenatore è sempre una sconfitta per chi va in campo, perchè alla fin fine la responsabilità è dei giocatori. A causa nostra ha già pagato una persona e questo ci ha fatto riflettere».
Che giudizio dai della partita con la Triestina?
«Siamo entrati in campo con la consapevolezza della posta in palio. Credo che la chiave di volta sia stata l’interpretazione delle varie fasi della partita: siamo stati bravi a sfruttare l’occasione del gol; e a gestire il momento della sofferenza, quando gli avversari spingevano e serviva compattezza. E poi c’è un altro aspetto».
Quale?
«Le palle inattive. Sono sempre più determinanti e noi dobbiamo essere bravi a sfruttarle quando sono a favore (come in occasione del gol); e a neutralizzarle in fase difensiva».
Ora siete fuori dai play out…
«Non dobbiamo guardare la classifica, non è il momento. Serve un filotto di risultati per dare continuità. A partire da domenica a Piacenza».
Piacenza appunto: obiettivo tre punti o non perdere?
«Noi prepariamo le partite per vincerle. Poi, come dicevo, in un match ci sono diverse fasi che vanno gestite e che non puoi prevedere a tavolino. Vedremo cosa succede in campo».
Proprio col Piacenza all’andata segnasti l’ultimo dei tuoi 4 gol…
«È vero. Mi piacerebbe riprendere il filo, però l’importante è la squadra. Nel calcio bisogna mettere da parte l’“io” a vantaggio del “noi”. A maggior ragione ora».
Hai recuperato bene dall’infortunio al soleo?
«Sì, mi sento a posto. Con la Triestina ho giocato 90 minuti e le sensazioni erano buone».
Quando avete capito che ci sarebbe stato da lottare per salvarsi?
«Dopo la sconfitta con la Virtus abbiamo compreso che non eravamo pronti per i play off. Ora siamo tutti concentrati sull’obiettivo salvezza. Nessuno si risparmia in allenamento: questo lo vedo chiaramente e mi tranquillizza».
In questa situazione, un giocatore esperto come te quale contributo può portare ai più giovani?
«Io cerco di portare l’esempio, non tanto con le parole ma con i comportamenti. I nostri sono ragazzi svegli. Magari fino a poco tempo fa non tutti avevano compreso la delicatezza del momento. Ora sì».
I tifosi sembrano tornati dalla vostra parte…
«Siamo noi che dobbiamo convincerli a suon di risultati e prestazioni. Io dico che stiamo dando tutto e continueremo a farlo fino alla fine, consapevoli di dover invertire la rotta».
Il tuo contratto scade nel 2024: quanto pensi al futuro?
«Non esiste futuro se il presente è incerto. Il mio presente ha un’unica missione: la salvezza del Mantova. Solo a questo penso. A giugno la mia vita svolterà perchè mi sposo (con Lucrezia, ndr). Voglio farlo con il Mantova in C».