Dal monastero all’impresa

MANTOVA Santo sì, ma anche giurista in senso lato, e comunque manager in senso moderno. Questa la personalità di San Benedetto da Norcia, fondatore dell’omonimo ordine, che 1.600 anni fa, con sorprendente lungimiranza, enucleava nei 75 articoli della sua regola i punti fondamentali di un ordinamento più che mai attuale ed estensibile ben oltre i confini dei monasteri. Per renderne conto approfondito, l’Unione dei giuristi cattolici, col patrocinio dell’Ordine degli avvocati e del Comune di San Benedetto hanno organizzato per domani un ricco convegno nella biblioteca monastica polironiana di piazza Folengo 22, a San Benedetto Po (ore 15-18).
“Ora et labora – Giuristi e imprenditori alla scuola di San Benedetto” è il tema di fondo che trae spunto dalla pubblicazione di  Massimo Folador  L’organizzazione perfetta – La regola di San Benedetto. Una saggezza antica al servizio dell’impresa moderna (ed. Guerini Next).
Con l’autore, interverranno il costituzionalista  Silvio Troilo, don  Manuel Beltrami, docente e vice direttore dell’Issr “San Francesco” di Mantova, e il vice presidente dell’Assindustria locale  Fabio Viani.
L’excursus a scavalco fra medioevo e attualità dà modo di concentrare l’attenzione sui principî che sovrintendono la regola benedettina. Lo spiegano bene gli organizzatori dell’evento, l’avv.  Dionigi Biancardi e l’avv.  Flavia Mescoli, presidente dell’Ugc mantovana. «Gli articoli di Benedetto, scritti nell’ottica del funzionamento del monastero, stabiliscono le condotte dei monaci, le qualità che questi devono avere, ma anche l’organizzazione della stessa comunità, né più né meno di quelle che sovrintendono al funzionamento di un’impresa moderna – commentano Biancardi e Mescoli –. Persino nelle gerarchie conventuali possiamo vedere in parallelo le figure di una nostra impresa, con la figura dell’abate rapportabile all’imprenditore, del cellario che prefigura gli amministratori delegati, del portinaio addetto all’accoglienza e del monaco-operaio».
E la fortuna di tanta organizzazione è ben espressa dalla larga messe spirituale seminata da Benedetto, che ancora oggi annovera 1.700 conventi, tutti operanti come centri produttivi.
Ma c’è di più: «Come insegnava Benedetto, l’imprenditore non deve fermarsi al solo prodotto, ma anche a chi lo produce. Deve insomma partire dalla conoscenza dell’operatore, per localizzarlo in produzione sulla base della sua area vocazionale. Siamo insomma allo studio ante litteram delle risorse umane e di un lavoro umanizzato, persino “democratico”, proprio come lo sono i precetti benedettini, dove l’abate raduna gli anziani, ossia l’esperienza, e i novizi, la forza in atto», conclude Biancardi. Tale evento vale 3 crediti formativi gratuiti per gli avvocati.