PORTO M. L’Ngs Porto si prepara con entusiasmo alla prima stagione in B1, ma sui social va già forte. Ieri è stato presentato, in diretta Facebook, il nuovo opposto Giulia Brignole, il cui ingaggio è stato ufficializzato giovedì. Genovese, classe 1995 per 187 cm, arriva dall’Arena Verona. Hanno partecipato alla videoconferenza anche coach Marone, il gm De Conciliis, l’addetto stampa Zombini e il ds Barbieri. Tanto del merito di questo nuovo arrivo a Porto va a capitan Palumbo, che come “procuratore” non se la cava male. «Ringrazio Martina – afferma Brignole – perchè mi ha parlato molto bene della società e al telefono mi ha trasmesso questo benessere. Ho avuto riscontri positivi da tutti coloro con cui ho parlato. Non è scontato trovare tante persone che hanno una buona opinione di un club. Dopo 4 anni all’Arena volevo cambiare; avevo bisogno di nuovi stimoli perché dopo diverse stagioni si rischia di adagiarsi sulle dinamiche della società. E poi così mi avvicino a casa. Non conosco la pallavolo di coach Marone nel dettaglio. Martina mi ha detto di prepararmi che c’è da lavorare e io sono pronta. Intanto mi laureo, a luglio se tutto va bene, in Lingue a Verona». «Dalle prime chiacchierate – dichiara il ds Barbieri – si è dimostrata una ragazza seria. In poco tempo, grazie a Palumbo, abbiamo stabilito un appuntamento e poi con il vice presidente Trazzi abbiamo gettato le basi per l’accordo». Il tecnico Marone parla così della nuova giocatrice: «Avevo chiesto un opposto con certe caratteristiche: alto, giovane e potente. Per come vedo io la pallavolo, mi serve un’atleta così. Il mio gioco è un po’ particolare: devo avere pronti tutti gli attaccanti e anche dalla seconda linea mi serve qualcuno con certe caratteristiche e Brignole le ha». Marone è anche il nuovo direttore tecnico del Porto: «Il fiore all’occhiello di una società, di alto livello, non è la squadra, bensì il settore giovanile. Spero di portare la mia esperienza a tutti i coach dello staff. Bisogna lavorare per cercare di portare in prima squadra qualcuna del vivaio, perché non si può pensare di formare un team con tutte giocatrici da fuori. Abbiamo già inserito in rosa qualche nostra ragazza promettente. Bisogna credere nelle giovani, anche se fosse solo una a fare il salto su 50». Cosa dire alle più piccole? Risponde Brignole: «Di non sentirsi già arrivate perché si è in prima squadra, ma allo stesso tempo di sentirsi orgogliose». (c)