MANTOVA Un debole fronte perturbato occidentale allontanerà per qualche giorno il pesante anticiclone sub-tropicale responsabile dell’ennesima impennata dell’inquinamento da polveri e della pesante cappa di nebbia che grava sull’area padana. Non ultimo il fattore termico. L’alta pressione e il soleggiamento più forte hanno spinto da giorni le temperature su valori fra 5 e 7 gradi oltre le medie del periodo. I 17 quasi registrati ieri pomeriggio testimoniano la pesante anomalia in atto. È del resto sempre più probabile che l’attuale febbraio possa battere ogni record precedente in fatto di mitezza.
Da oggi le cose potrebbero un po’ cambiare, anche se la mitezza eccezionale degli ultimi giorni continuerà a governare le sorti di ciò che resta dell’inverno. L’alta pressione così potente fino a ieri inizierà a vacillare sotto la spinta di una prima perturbazione che dalla mattinata porterà più nubi rispetto a ieri, un diradamento della nebbia e ad un parziale calo termico.
Domani tornerà rapidamente il sole, responsabile di un nuovo aumento delle temperature che nel primo pomeriggio si porteranno sui 15/16 gradi, ancora una volta 5-6° oltre le medie. Tempo analogo mercoledì – ma attenzione al ritorno della nebbia in mattinata – in attesa dell’arrivo di un sistema perturbato che giovedì darà vita a cieli per lo più coperti. Venerdì cadrà anche un po’ di pioggia, specie in mattinata. Solo allora migliorerà la qualità dell’aria; negli ultimi giorni le polveri sottili hanno nuovamente raggiunto concentrazioni molto elevate, più che doppie rispetto ai limiti di legge.
A differenza di quanto accaduto l’anno scorso, nella regione padana non siamo di fronte ad alcun allarme siccità. Dall’inizio dell’anno a Mantova sono giù caduti più di 100 millimetri di pioggia, almeno il 20% in più rispetto alla media e altri ne cadranno entro la prossima settimana. Diversa era la situazione dell’anno scorso, quando fino alla metà di aprile il deficit pluviometrico arrivò a superare il 60%. Febbraio aveva chiuso senza un solo millimetro di accumulo. Non fu in realtà un record: anche i mesi di febbraio del 2003, del 1997 e del 1949 erano trascorsi senza una sola goccia d’acqua.
Quel che rimane dell’inverno è solo la primavera in anticipo di un mese. Mai si era vista una stagione tanto precoce ai danni di un inverno praticamente inesistente.
In questo periodo dell’anno si possono presentare tuttavia estremi meteorologici rilevanti. Alla fine di febbraio del 2018 il nord Italia fu colpito dalla più intensa irruzione gelida di quell’anno, con temperature minime di -6° e una nevicata di quasi dieci centimetri di manto bianco anche in città nei primi due giorni di marzo. Nel 2005 andò peggio: il 2 marzo la temperatura scese fino a -10°, seguita il giorno successivo da almeno 5 centimetri di neve. Nel 2008, al contrario, il 2 marzo la temperatura si portò in città a 27 gradi grazie al vento di foehn che quel giorno interessò la Valpadana.
Alessandro Azzoni