MANTOVA Il debutto al Sociale di Silvia Mezzanotte, ex membro dello storico gruppo Matia Bazar, sarà venerdì 14 febbraio, alle 21, con “Vorrei che fosse amore”, celebre singolo di Mina, a cui sarà dedicato l’intero spettacolo. Silvia Mezzanotte con la sua raffinata interpretazione, insieme a Gabriele Colferai, attore e regista dello spettacolo, e l’attrice e interprete Beatrice Baldaccini, danno vita ad una serata magica resa speciale dall’Ensemble Le Muse, orchestra tutta al femminile, composta da ben dieci elementi.
Per l’occasione, Silvia Mezzanotte ci racconta maggiori dettagli sul motivo che l’ha portata a rendere omaggio alla celebre cantautrice, e su come stia procedendo la sua carriera da solista.
Non è la sua prima volta a Mantova, ma al Sociale sì, emozionata?
“Esatto, l’anno scorso sono stata al Bibiena insieme a Carlo Marrale – co-fondatore storico dei Matia Bazar – con il quale abbiamo raccontato la storia del nostro gruppo. Sarà la prima volta al Sociale, invece, un teatro stupendo in una città che amo visitare, Mantova è bellissima e lo sono anche le persone, tutte rispettose e con un grande senso civico. Sono sicura che mi troverò bene, ho tanta fiducia nel repertorio e nel mondo che racconteremo”.
Parlando dello spettacolo, ci sono voluti due anni per convincerti a farlo, come mai?
“Non mi sentivo pronta, ciò che mi ha convinta è stata la stesura del racconto, una storia d’amore le cui canzoni di Mina si adattano perfettamente alle emozioni che i due ragazzi provano. Si piange, si ride, si canta e si sogna in questo spettacolo”.
Come mai non ti sentivi pronta?
“Vengo da un glorioso passato, fatto di melodia e vocalità, a differenza di oggi dove si dà molto spazio alla trap o al rap. Quando ho capito che nello spettacolo potevo essere padrona delle canzoni, inserendo quella vocalità che mi porto dentro dai Matia Bazar, allora mi sono convinta”.
È molto interessante, di questo spettacolo, il ritorno al passato, il fatto che si riprenda un episodio del 1978 e lo si adatti ai giorni nostri. Secondo te abbiamo bisogno di guardarci indietro per capire cosa sta succedendo oggi nel panorama musicale italiano?
“Sì, io non giudico, ad esempio l’unione fra Lazza e Laura Pausini (nel singolo Locura) ha funzionato, ma la gente vuole riascoltare anche canzoni che oggi non si fanno più. Lo spettacolo si connette con situazioni già vissute, si ritorna in un mondo di sogni che tutti vogliono rivivere, attraverso la musica, e anche per questo abbiamo mantenuto gli arrangiamenti originali”.
Fra pochi giorni inizia il Festival di Sanremo, dopo tutti questi anni, di cui dieci da solista, ti piacerebbe rimetterti in gioco di nuovo?
“Sto preparando qualcosa di inedito ma vorrei che fosse nel mio solco, se trovo una canzone che ritengo idonea non dico di no. Non mi piacerebbe scendere a compromessi, magari potrei lavorare con un cantante che mi faccia uscire dagli schemi, ma sempre mantenendo la coerenza in quello che faccio”.