MANTOVA Mais allettato, qualche pianta sradicata, tetti scoperchiati. È il primo bilancio del temporale con forte vento che si è abbattuto nella notte di ieri nella zona fra Palidano, Bondanello e nell’area del Destra Secchia nella zona Sermide e Felonica Po. Lo rileva Coldiretti Mantova, che sta raccogliendo le segnalazioni di qualche associato vittima del meteo. Fortunatamente la pioggia che si è riversata sul resto della provincia non ha provocato disguidi.
“Stavo guardando alla televisione Ucraina-Inghilterra degli Europei, quando si è scatenato il temporale e violente raffiche di vento hanno sradicato un pioppo davanti alla stalla e scoperchiato una ampia porzione del tetto del capannone adibito a deposito di attrezzi e trattori – racconta Lorenzo Donà, allevatore -. Qualche lastra ha colpito i macchinari, sono esplosi i vetri della struttura, l’acqua ha invaso una parte della stalla e alcune cuccette che ospitavano i vitelli sono state spostate dalla loro sede naturale”.
Tecnicamente il forte vento con raffiche discendenti scatenate dal temporale si chiama “downburst”, spiega Donà, “ed è un fenomeno diverso dalla tromba d’aria, che colpisce un’area più ampia e, dunque, fa più danni”.
Anche il mais non è stato risparmiato. “Molte piante sono state allettate e le foglie colpite dal vento si presentano tagliate”, dichiara.
Danni anche nella zona di Sermide e Felonica Po, dove il forte vento ha smosso alcuni coppi dai tetti e alcune porzioni all’interno dei campi di mais sono rimaste allettate. “Le piante sono coricate – testimonia Andrea Costa, agricoltore e presidente di zona per Coldiretti Mantova -. Non sappiamo se riprenderanno vigore e lentamente si rialzeranno nei prossimi giorni oppure se dovremo dire addio a una parte del raccolto, si capirà meglio col passare delle ore”.
Dopo l’anticipo di primavera a febbraio, le gelate di aprile, le eccessive precipitazioni di maggio, le grandinate, le trombe d’aria e la siccità con temperature elevate a giugno, la provincia di Mantova è alle prese con un ulteriore fenomeno scatenato dai cambiamenti climatici, con gli agricoltori vittime predestinate.
Proprio a causa della siccità – rileva Coldiretti – la portata del fiume Po è inferiore addirittura del 30% rispetto alle medie stagionali e la pioggia, se costante e non troppo intensa, rappresenta un toccasana per la campagna. Tuttavia, fenomeni come le precipitazioni violente provocano danni, poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti e danneggiando le colture.