La Grande Mantova parte con il “niet” dei cinque sindaci

MANTOVA Terza audizione al Pirellone sulla Grande Mantova, prima di dare corso alla fase referendaria, come da richiesta del comitato pro- comune unico che ha raccolto allo scopo 5mila firme. Vi hanno partecipato i cinque sindaci dei comuni interessati, che però hanno manifestato una palese contrarietà alla richiesta; per loro, servirebbe un percorso più ponderato e con maggiore informazione e partecipazione per i cittadini.
A presiedere la commissione affari istituzionali anche stavolta è stato il consigliere regionale del carroccio Alessandra Cappellari. «In una sala oggi particolarmente affollata (la qual cosa dimostra il grande interesse che il problema suscita nel territorio e nelle Istituzioni) ci siamo confrontati con tutti i sindaci coinvolti nel Pdl di fusione, uno dei quali,  Beniamino Morselli, è anche presidente della Provincia. All’unanimità i nostri interlocutori, sia quelli favorevoli che i contrari alla fusione, hanno sottolineato come il percorso proposto manchi delle basi fondamentali per giungere effettivamente a una fusione in maniera consapevole. Vale a dire che i cittadini sono chiamati ad esprimersi su una fusione senza essere stati prima adeguatamente informati dal punto di vista partecipativo, tecnico, o abbiano potuto sperimentare servizi messi effettivamente in condivisione, venendo così a mancare la reale consapevolezza di ciò che si andrà a decidere attraverso il referendum. Pur essendo condivisibile l’obiettivo, si tratta di un processo complicato che non può non essere condiviso da tutte le amministrazioni superando le varie problematiche».
I sindaci hanno rimarcato che delegare la scelta, in questo specifico momento, alla decisione popolare sarebbe troppo semplicistico e non è opportuno senza una preventiva condivisione di servizi arrivare a questo risultato. Semmai è preferibile partire da un discorso condiviso coi rappresentanti del territorio, decidendo gli obiettivi da raggiungere e verificando che vi siano le giuste condizioni.
«Stiamo parlando – spiega Cappellari – di passaggio politico e tecnico di non poco conto, che prevede la fusione di comuni con oltre 10mila abitanti, uno dei quali con oltre 15mila, con Mantova. Numeri che danno la dimensione dei territori e dei cittadini coinvolti. I sindaci peraltro hanno dimostrato disponibilità a ricercare fin da subito un’effettiva progettazione, in primo luogo di servizi e funzioni da mettere in comune, che può essere prologo virtuoso per una futura fusione», conclude Alessandra Cappellari.