Maltrattamenti e violenza sessuale, l’ex compagno si difende: nulla di vero

MANTOVA Incalzato dalle domande dei propri difensori e del pubblico ministero ha respinto ogni accusa ripercorrendo minuziosamente ogni singolo addebito a lui contestato. Con l’esame dell’imputato è proseguito ieri il processo per maltrattamenti, estorsione e violenza sessuale, instaurato nei confronti di un 55enne campano all’epoca domiciliato nel capoluogo virgiliano. Una vicenda, a dir la verità, decisamente risalente ma invero, forte di un robusto termine di prescrizione, rimasta sopita giudizialmente per circa una decina di anni. I fatti a suo carico afferiscono infatti al periodo compreso tra l’aprile 2012 e l’agosto 2013 quando, l’uomo, dopo un’iniziale semplice frequentazione, si era trasferito a Mantova a casa della fidanzata. Un idillio però, durato solo un paio di mesi, così come altresì confermato a suo tempo in aula, dalla stessa presunta vittima. La donna, parte civile con l’avvocato Davide Pini, nel corso della propria escussione aveva infatti enumerato i diversi episodi violenti dai quali l’ex è chiamato a difendersi. In primis la mole di offese e insulti, stando sempre al quadro inquirente, da lui proferiti all’indirizzo della persona offesa. Per passare poi al novero delle ipotesi più gravi quali, nello specifico, il costringerla più volte con la forza nonché dietro minaccia di un coltello alla gola a consumare rapporti sessuali. Questo fino a quando la parte lesa, si era convinta a mandarlo via di casa per poi denunciarlo in questura. A quel punto l’imputato – rappresentato dagli avvocati Filippo Moreschi e Federica De Stefani – l’avrebbe altresì indotta, sempre a fronte di minaccia, a sottoscrivere una scrittura privata con la quale la donna si sarebbe impegnata a cedergli l’auto che la stessa aveva acquistato per il figlio. «Non è vero – ha obiettato su tale precipuo punto il 55enne -. La Ford Focus l’avevamo comprata a metà, 10mila euro a testa, e in pratica la usavo solo io per andare al lavoro a Carpi, lei aveva la patente ma non sapeva guidare e prendeva pure psicofarmaci». Prossima udienza il 19 settembre.