Tentato omicidio: verdetto ribaltato, stangato Dall’Oglio

Giampaolo Dall'Oglio, condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio del vicino di casa

MANTOVA Un paio di anni fa era stato mandato assolto dall’accusa di aver accoltellato un agricoltore a Castelnovo Monti, nel dicembre 2004. Un verdetto quello di primo grado emesso in tale circostanza in favore di Giampaolo Dall’Oglio, il 69enne ex operaio dell’Aipo originario del Mantovano già condannato in via definita all’ergastolo per l’assassinio del suo vicino di casa Francesco Citro, ribaltato ieri, all’esito del verdetto del giudizio d’appello che, accogliendo il ricorso della procura di Reggio Emilia, lo ha quindi condannato alla pena di sei anni di reclusione per il tentato omicidio di Franco Capanni, nel frattempo deceduto.
Il caso era tornato di attualità ben 17 anni dopo quell’aggressione, in seguito alle dichiarazioni della ex compagna di Dall’Oglio e del figlio di lei, ritenute attendibili dagli inquirenti che aveva riaperto un caso all’epoca rimasto irrisolto. Secondo l’accusa, in riferimento all’episodio di Castelnovo Monti, risultava che Dall’Oglio non avesse preso bene dei presunti apprezzamenti di Capanni rivolti alla sua ex compagna. A seguito di ciò si era recato nella stalla dell’azienda agricola della vittima, ferendo gravemente l’uomo con tre coltellate; poi la fuga dell’aggressore.
Sempre secondo le accuse Dall’Oglio si sarebbe garantito il silenzio per anni minacciando di morte sia l’ex compagna che il figlio di lei. In prima istanza era stata quindi accolta la tesi difensiva con l’assoluzione nel giudizio con rito abbreviato per non aver commesso il fatto stante la tesi del mancato ritrovamento dell’arma e l’assenza di compatibilità del dna e delle tracce di pneumatici rinvenute sul luogo del ferimento. Ma il 69enne era balzato in precedenza alle cronache per il delitto del 31enne autotrasportatore Francesco Citro, ammazzato a colpi di pistola il 23 novembre 2017 a Villanova di Reggiolo sul confine col mantovano, davanti alla moglie e ai due bimbi piccoli nel suo appartamento di via Papa Giovanni XXIII all’interno della palazzina denominata “Corte Agnese”.