Morti bianche, già nove vittime per infortuni sul lavoro dall’inizio del 2019

MANTOVA Con l’incidente occorso mercoledì pomeriggio in un cantiere edile a Castiglione delle Stiviere costato la vita ad un operaio bresciano di 51 anni, salgono a nove gli infortuni mortali registrati nel mantovano nei primi otto mesi del 2019. Se i dati forniti dall’Inail solo scorso luglio, e riguardanti il periodo compreso tra gennaio e maggio di quest’anno, parlavano di sette morti bianche accertate nella provincia virgiliana, il bilancio si è dunque ulteriormente appesantito nel corso dell’estate.
Nello specifico l’andamento statistico fornito dall’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro in tale occasione, durante un tavolo tecnico tenutosi in prefettura, e volto a fornire l’andamento degli eventi mortali sui luoghi di lavoro, non aveva visto alcuna variazione in decremento rispetto allo stesso periodo del 2018, con un totale di sette episodi mortali rilevati dall’inizio del 2019 così come lo era stato nel 2018. Un bilancio non certo confortante soprattutto se confrontato col trend regionale che segna invece una contrazione generale in Lombardia pari ad un meno 3,27%, a fronte di 59 infortuni mortali contro i 61 registrati nello stesso periodo dell’anno prima.
Una controtendenza quindi per quanto concerne il territorio virgiliano a cui ora vanno sommati altri due infortuni mortali, di cui uno in itinere, ovvero occorso sul tragitto casa-lavoro. L’incidente cui si fa riferimento in quest’ultimo caso è quello consumatosi il 7 agosto scorso a Medole. Nella circostanza vittima dello schianto era stato Giuseppe Marini, 38enne di Castel Goffredo finito quella mattina contro un trattore mentre in sella al suo scooter si stava dirigendo al lavoro nell’azienda Deco Hair di Guidizzolo. Fino all’altro ieri pomeriggio con il decesso di Angelo Baresi, l’operaio 51enne di Rudiano (Bs), morto folgorato mentre stava lavorando con una betoniera all’interno di un cantiere edile in via Ruggero Leoncavallo a Castiglione. E il bilancio avrebbe potuto essere ancora più pesante; a questi ultimi episodi infatti se ne sarebbe potuto annoverare un altro, anche se, per modalità, dinamica e ruolo della vittima, non rientrante prettamente in questa casistica, ma occorso in posto e in orario di lavoro. È quello relativo all’incidente di Galvagnina costato la vita al piccolo Giovanni Veneri, 3 anni, travolto da un silos di mangime all’interno dell’azienda agricola di famiglia assieme al padre Simone il 4 agosto scorso.