Arcipicchia, che affitti bassi! Ma sui chioschi mano pesante

baschieri

MANTOVA Si capisce, c’è affitto e affitto, così come c’è inquilino e inquilino. Ma le disparità fra le richieste economiche del Comune per i canoni negli immobili di sua proprietà variano da numeri a zero cifre sino a cinque, e per svariate decine di migliaia di euro. Un fatto questo che ha prodotto anche la reazione di una parte di minoranza pronta a chiedere a via Roma un ripensamento.
La stessa politica delle alienazioni pare non essere granché efficace, dal momento che in anni il Comune non è riuscito a piazzare più che qualche alloggio di edilizia popolare a chi già lo abita.
La tabella delle rendicontazioni dei ricavi dagli affitti evidenziano le pressoché nulle pretese verso gli enti pubblici insediati nelle proprietà comunali. Zero euro dall’Accademia Virgiliana, per esempio (del resto la stessa Accademia ha beneficiato il Comune di alcune sue collezioni), e così pure zero euro versano L’Aspef, l’Archivio di Stato, alcuni servizi dell’Asst o le fondazioni (Alberti, Artioli e Centro Te).
Ma pure certe associazioni (senza fini di lucro) sono beneficiarie di comodati gratuiti (l’Arci Cinciana, per esempio) o di locazioni o concessioni a “prezzo politico”. I circoli Arci, sempre per esempio, variano dai 3.200 ai 6.000 euro annui. Essi dànno un servizio sociale, si sente dire da sempre, e nessuno lo discute. Come pure rendono alla comunità un servizio sociale anche molte associazioni che non versano, o versano all’ente proprietario solo canoni simbolici di poche centinaia di euro annue (zero euro dall’Associazione per il Parco, 50 euro per la Hofer di Cittadella, 66 euro la Croce Verde, sino al massimo, se non sbagliamo a leggere, di 816 euro dell’Associazione Sordomuti).
Molto peggio va ai chioschi, che variano dagli 8mila sino ai 54mila, nonostante la loro sia una attività stagionale. Da qui il rilievo del capogruppo di Forza talia in consiglio comunale Pier Luigi Baschieri, a detta del quale «il Comune è incapace di valorizzare il proprio patrimonio immobiliare, e lo si vede anche nel piano alienazioni. Non capisco come chioschi stagionali possano arrivare a pagare il doppio di altri circoli ricreativi che hanno ricavi ben maggiori».
Insomma, per gli azzurri questo sistema «fra concessioni e locazioni è un “Munopoli”». Ma il peggio, sempre a detta di Baschieri, è che «il Comuneda anni non si impegna a calmierare le tariffe della Tea (Tari +20%, teleriscaldamento +200%), nonostante sia proprietario assoluto del suo pacchetto azionario. Alla propria multiutility lascia fare utili, dei quali poi beneficia per dividendi e sponsorizzazioni, ma a discapito delle tasche dei cittadini, mentre alle tante associazioni non chiede o chiede poco».