Piano shock da 1 miliardo per le infrastrutture intermodali della provincia

MANTOVA – È un documento di programmazione infrastrutturale quello che hanno discusso ieri in Provincia le rappresentanze istituzionali virgiliane, mirato a portare a Mantova un miliardo di investimenti, secondo una scrittura a firma del presidente  Beniamino Morselli declinata fra strade, autostrade, idrovie e ferrovie.
Chi in presenza, chi in collegamento a distanza, si sono trovati faccia a faccia sindaci, consiglieri regionali, parlamentari e rappresentanti di tutte le associazioni di categoria. Ultima e prima, il ministro della famiglia  Elena Bonetti. Ma per realizzare almeno in buona parte quello che per tanti si è sempre configurato come libro dei sogni serve «un piano shock da 1 miliardo di euro». La definizione è del parlamentare  Matteo Colaninno (Italia Viva), che, oltre ai 500 milioni già in cassa per il raddoppio ferroviario Mantova-Codogno, guarda anche alle infrastrutture autostradali. In primis, Tibre (a latere di quello ferroviario) e Mantova-Cremona.
La pianificazione di Palazzo di Bagno guarda principalmente al fondo manutenzione delle disastrate arterie provinciali (1 milione 300 mila euro all’anno per 3 anni, come elargito dalla Regione, non bastano certo a manutenere i 1.100 chilometri di rete viaria). Quanto alle autostrade, fatta eccezione per la componente pentastellata, si registra l’unità di intenti sia per il Tibre che per la Mantova-Cremona.
Sul versante ferroviario invece l’unanimità è totale, specie per quanto riguarda il raddoppio della tratta milanese, alla quale il sindaco  Mattia Palazzi aggiunge il potenziamento del collegamento con Verona; progettualità che la Lega rivendica a sé sin dai tempi della scorsa campagna elettorale, come sostenuto sia dal consigliere regionale  Alessandra Cappellari, sia dal parlamentare  Andrea Dara. Questi peraltro si è fatto parte diligente nel convocare tutti i parlamentari di Mantova, Cremona, Parma e Verona per dare un corso sinergico alle infrastrutture che coinvolgono i rispettivi territori.
Altrettanta attenzione è stata prestata alle idrovie, che trovano nel porto di Mantova il centro dell’attenzione. Insomma, tanti progetti e tante richieste da formulare in vista dei finanziamenti del Recovery Plan. «Mi aspettavo un documento scevro da orientamenti politici, e non così schierato. Se veramente arriverà questo miliardo e ci facciamo trovare indecisi e impreparati, sarà un guaio», lascia il summit perplessa la leghista Cappellari.